PianetaChampions
·28 agosto 2025
⚠️ Fabregas: “Diao mi preoccupa, non sta bene! Cutrone a Parma per andare al Mondiale”

In partnership with
Yahoo sportsPianetaChampions
·28 agosto 2025
Cesc Fabregas è intervenuto in conferenza stampa in vista del match di campionato che attende il suo Como contro il Bologna. Ecco quanto ripreso da TMW:
Si va ad affrontare un Bologna diverso dalla Lazio, con Orsolini e Castro importanti in attacco. Ci sarà ancora Vojvoda o ha recuperato gli esterni? “Sì, squadra molto diversa, squadra forte e campione di Coppa Italia. Squadra forte, con giocatori che si conoscono molto bene e non hanno cambiato tanto la rosa. Kuhn ha più allenamenti, ha forzato e ha fatto tutta la settimana. Addai ha fatto tre giorni con noi, se è pronto per partire o no dal 1′ vediamo, devo parlare col medico. Però vediamo, abbiamo opzioni per tanti ruoli. Vediamo domani per l’allenamento”.
Come sta Perrone? E Diao? “Perrone aveva crampi, ma si è allenato tutta la settimana. Diao mi preoccupa sinceramente, non sta bene: è una cosa che va con quello che era successo all’infortunio dell’anno scorso. Non troppo, però se dopo 4 mesi e l’operazione succede qualcosa di piccolo mi preoccupa. È importante, può fare ruoli differenti e lui è già dentro la nostra dinamica rispetto ad alcuni giovani. Ora dobbiamo forzare altri giocatori e non possiamo dargli tanto tempo, però vediamo come va. Non voglio dire quanto sarà la durata, perché sicuramente sbaglio. Arriverà un comunicato, quando qualcuno si prenderà la responsabilità di farlo. Tutti stanno bene eccetto Dossena”.
Di Diao parliamo di una cosa molto lunga? “Questo è quello che mi preoccupa, se vai per la strada corta o se fai una strada più lunga adesso per avere il 100% e dura di più dopo. Sei più sicuro. Non sono un dottore però, non lo so, stanno controllando gli specialisti. Non è una frattura, è un problema nella zona dove ha messo la placca”.
Difficile dopo la partita di domenica cambiare. Toccare la squadra, insomma. Cambierà qualcosa? “No, abbiamo fatto una buona partita, però non sempre escono partite come questa. Non solo per noi perché dipende anche dagli altri, dobbiamo adattarci a loro. Alcune scelte dipendono dalle altre squadre, la Lazio gioca da dietro mentre il Bologna te la mette dietro la linea difensiva, hanno due esterni fortissimi. Hanno centrocampisti forti sulle seconde palle. È una partita molto diversa da quella di domenica. Tutti meritano di giocare”.
Cutrone è partito, ora è a Parma. Pure Gabrielloni… “Io sono stato fortunatissimo ad avere avuto giocatori che hanno dato tutto per la maglietta. Cutrone lo posso solo ringraziare, è un prestito e non un addio definitivo. Lui si giocherà tutta la stagione e farà 10-12 gol in Serie A, è un giocatore che ha reso possibile la promozione dalla Serie B alla A. Ci sono cose scritte e che succedono per una ragione. Ha sempre dato la vita, ha un pensiero forte e vuole andare al Mondiale. Io qui non posso garantirgli chi gioca e chi no. Lui è molto forte di testa, proverà ad andare in un’altra squadra a giocarsela così che Gattuso possa convocarlo e andare in Nazionale. Gabrielloni? Ho avuto una chiacchierata informale con lui, spero di averlo convinto a restare qua. Dopo è una scelta molto personale, la sua presenza in spogliatoio è molto forte e sono molto convinto che lui debba rimanere per tutto quello che dà. Anche come spirito. Vediamo, è una scelta sua.
Nagelsmann ha detto che se Kuhn non fosse stato infortunato l’avrebbe convocato. Ma in che condizioni è ora? “No, non è infortunato, penso volesse dire che sta ritornando in forma. Il problema della Nazionale è che deve competere con gli altri e ti devi fidare per dare il 100%. Lui sta bene, è a disposizione, non per tutta la partita ma può entrare”.
Qual è lo step di processo del Como, anche in relazione all’Europa… “Ogni settimana è la stessa domanda. Dobbiamo migliorare quanto fatto l’anno scorso. Il presidente ha detto che non potremmo permettercelo? Rivalutare il giocatore giovane in futuro senza dubbio, ma già si è fatto e le conseguenze si sono viste. Per me è difficile parlare di posizionamenti, ma step by step. Ogni settimana vediamo come cresce la squadra. Non è che stiamo spendendo tantissimo, ma a livello di stipendio lo possono fare quasi tutti. Poi noi siamo coraggiosi a dargli spazio per giocare.
L’inizio di Ramon la inorgoglisce? “Sì, sono contento di lui e di tutti. La nostra scelta è quella di forzare. Come con Nico Paz, nell’allenamento numero uno e poi la partita gli ho detto: ‘Devi giocare’. Era più forte già in quel momento e dall’inizio. Mi aspettavo fosse più indietro, ma ha quella forza e quella fame che alcune volte non puoi far aspettare. Sono pronti e magari arrivano prima di quello che ti aspettavi all’inizio”.
Van der Brempt, un parere sulla Lazio. E può essere riproposto centrale? “Sicuramente, perché Fellipe Jack va in B a giocare. Sì, nel futuro sarà difensore centrale, è perfetto perché sa scappare e pressare, è coraggioso. Però vediamo quando sarà più stabile. Vojvoda può fare terzino destro e sinistro, è una cosa importante dentro una rosa piccola a livello di numeri ma in tanti possono fare tante cose”.
Domenica abbiamo visto un’intensità straordinaria. Come mai il Como è entrato in forma così presto? “Si deve preparare per vincere tre punti. All’inizio, nel mezzo e alla fine. Per trovare sempre soluzioni. Se uno è più stanco? Non importa, entra l’altro e si mangia il campo. La sensazione che ho avuto domenica. Però far entrare Morata, Caqueret, Sergi Roberto negli ultimi minuti pressando sugli avversari, questa deve essere la nostra forza”.
Avete corso come una squadra come fosse fine settembre. “Non crediamo di fare una settimana di allenamento, 7 su 7. Meglio due più partita, tre giorni forti e riposo. Mi piace molto la motivazione, mi piace dare giorni liberi e lavoro corto per riposare bene e ripartire. Con tanta energia, una squadra organizzata e sostenere questi ritmi nella stagione”.
La settimana di pausa in Nazionale, hai già contato quanti giocatori prenderanno? “Pre-convocati 12, numero importante per noi. Più del 50% della squadra. Poi vediamo chi saranno. Rimane qua un 40% e la Primavera che si allena con noi. C’è anche Cutrone nei pre-convocati? Non so se posso dirlo. La Spagna lo dice domani”.
Rapporto umano con i giocatori. Quali altri consigli avuti da suoi allenatori cerca di dare ai suoi ragazzi? Anche vista la grande attenzione… “Devono gestire questo. È parte fondamentale di quello che devono fare da giocatore. Nel bene e nel male. Crescere nella mentalità e vivere giorno dopo giorno. Quando stai a vivere il domani o settimana prossima non stai pensando a ciò che succede oggi. Abbiamo anche visto cose negative di quanto fatto domenica, se ne discute, per me i ragazzi hanno appena iniziato. Noi a volte sbagliamo, ma se pensiamo di essere più belli di quello che siamo sbagliamo. Mi piace la dinamica di squadra, ciò che sento è bello. Sono ragazzi e amici che vogliono lottare l’uno per l’altro. Alcune volte, come con il Barcellona, magari arrivano 3-4 gol. Come l’Inter quest’anno che fa gol in maniera diversa. Devi credere in quello che fai, provando a migliorare e potenziare quello che stai facendo bene”.
C’è ancora una staffetta tra Douvikas e Morata? “Vediamo sabato. Non ci sono titolari qua. In settimana può cambiare, l’importante è che loro capiscano che chi è in migliore condizione gioca. Voglio che setano che fino all’ultimo minuto tutti sentano vogliano giocare. Chi può incazzarsi o meno deve farlo poco perché magari poi gioca. Rispetto all’anno scorso va già meglio, non c’è qualcuno che molla in allenamento. Poi è mia scelta”.
Discorso italiani in rosa. Abbiamo due gruppi che si allenano, uno titolare e uno a parte. Dovrà essere presentata una lista di 24-25 giocatori, ma esiste ancora la regola dei 4 italiani obbligatori? “Non è la domanda per me. Questo devi chiederlo a Ludi, il direttore, non ti posso rispondere. Non è il mio. A me nessuno ha detto niente di questo. È tanto tempo che facciamo i calcoli di quello che dobbiamo fare”.
Il Como viene considerata una squadra cool. È un’idea sua? Questa situazione la disturba? “Noi vogliamo vincere. Noi lavoriamo per vincere le partite, alcune volte succederà e altre no. E sicuramente quando non accadrà mi direte ‘cos’è successo’. Quando va bene io vado a casa e bevo una birra per analizzare la prossima partita. Bello vincere e quando tutti parlano di te, ma nel calcio non c’è tempo e non c’è spazio. Noi dobbiamo essere qua e chiusi per credere in quello che facciamo”.
Il Bologna è stata una delle ultime partite che non è andata bene. “Primo tempo catastrofico, secondo molto meglio ma partita molto difficile. Se questo è un altro Como? È una squadra che quando vai a pressarla gioca diretto, parlando con Italiano vede la sua squadra in maniera precisa. È una squadra molto diversa, dinamiche e soluzioni che cambieranno molto. Se vengono lasciati gli spazi giocheranno da squadra di Champions”.
Cos’è successo di brutto con la Lazio? “Abbiamo rischiato con una linea a 4 statica. Nel gol di Castellanos abbiamo sbagliato, nel tempo di uscita. Un errore può costare tanto. Dopo di là è la partita che è andata bene. Abbiamo fatto bene per coraggio”.
Cosa ci dice su Jimenez? Azon al Getafe? “Ivan Azon è tornato dall’Ipswich perché non si è trovato l’accordo, non c’entravano le visite mediche. Ma ora lui è in viaggio per tornare in Inghilterra e all’Ipswich sperando che si chiuda. Non arriva una punta”.