Calcionews24
·26 agosto 2025
Fabrizio Corona, shock a ‘Falsissimo’: «Questi giocatori di Serie A sono omossessuali». Scoppia la polemica nel mondo LGBT

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·26 agosto 2025
Fabrizio Corona torna all’attacco, questa volta strumentalizzando il tema dell’omosessualità nel calcio. Con tempismo perfetto, l’ex “re dei paparazzi” ha scelto il lunedì seguente l’avvio del campionato di Serie A per rispuntare sui social con un nuovo attacco mediatico. In un post sul suo profilo, ha annunciato la messa in onda di un video provocatorio intitolato FALSISSIMO PRIDE, in cui accusa i media e gli influencer di usare il movimento LGBTQIA+ come vetrina di facciata — il tutto incorniciato dalla sua solita provocazione sul calcio e i calciatori gay.
Ma il problema non è solo la provocazione: è il metodo. Corona non esita a insinuare che “tre famosissimi calciatori di Serie A sono omosessuali” o bisessuali, affermazioni che ha prima lanciato su Telegram e poi ribadito altrove (ma senza nomi né prove). Questo tipo di outing forzato è stato duramente criticato da associazioni come Gaynet, che ne hanno chiesto la sospensione immediata: “Mescolare omosessualità e scommesse, minacciare outing: è uno sciacallaggio che offende la libertà individuale”-
Corona ripete il copione già visto: accuse forti, senza argomentazioni credibili, né il consenso delle persone coinvolte. Negli ultimi anni ha affrontato il calcio con toni da spettatore famelico che scava nei segreti altrui: dall’outing di un calciatore dell’Inter, alle insinuazioni su calciatori coinvolti nel giro delle scommesse, fino a collegare l’omofobia nel calcio a una presunta cospirazione dei club.
La presenza di atleti gay nel calcio è un argomento serio. Il coraggioso coming out di Jakub Jankto ha dimostrato che la visibilità è possibile, ma deve essere una scelta personale. Corona, al contrario, agisce come un cecchino mediatico: spettacolarizza la vita privata degli altri senza empatia e con chiari intenti di lucro e sensazionalismo.
Nel contesto dell’industria del calcio, dove il guadagno economico e l’immagine contano più di tutto, questo tipo di outing può generare danni personali e professionali irreparabili. È urgente che le istituzioni sportive, i media e le organizzazioni per i diritti civili rispondano con chiarezza: il coming out è linfa di libertà, l’outing forzato è una violenza.