PianetaSerieB
·13 dicembre 2024
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Percosso da un avvio di stagione tremendamente arduo e accompagnato da una complessiva e maleodorante confusione, il Frosinone sta cercando – con un approccio che qualche settimana fa sapeva inevitabilmente di speranza e disperazione – nuove ancore alle quali aggrapparsi per risalire la china e diradare finalmente le nubi che coprono i tetti e gli umori della squadra, così come di una piazza che non immaginava simili stenti. Un percorso nel quale c’è stato tempo e spazio per percepire qualcosa di rigoglioso, come l’apparizione di Kevin Barcella sulla scena.
La traiettoria del giovanissimo classe 2006 non ha seguito il canonico filone di linearità, dato che l’esperienza nel settore giovanile, culminata con la Primavera dell’Albinoleffe, è stata poi seguita da un netto cambiamento umano e calcistico, dato che il ragazzo si è messo in gioco da marzo a maggio di quest’anno con il Paraiso, squadra della terza serie svizzera allenata in quel periodo da Giuseppe Sannino. Una storia già emersa, ma che è valsa a Kevin la segnalazione a Guido Angelozzi (proprio da parte di mister Sannino), che da luminare dello scouting ha immediatamente allungato i tentacoli e portato in quel di Frosinone un diamante da sgrezzare.
Il primo step su cui si è lavorato è stato quello tattico, perché Barcella è arrivato dalla Svizzera come attaccante/seconda punta con licenza di svariare, per poi essere schierato come ala da Leandro Greco nelle prime uscite con la Primavera ciociara. L’approdo del tecnico in prima squadra (che Barcella, seppur dalla panchina, aveva già tastato con Vivarini) ha portato a una nuova rivisitazione delle funzioni del ragazzo, reso immediatamente – e con netta efficacia – una mezzala dinamica, viva e presente nella partita.
Metamorfosi, quest’ultima, dettata probabilmente da un’ottima capacità analitica del tecnico, che avrà percepito nuovi orizzonti per Kevin dopo averne calato le caratteristiche in un contesto differente. Ulteriore segno dell’ottimo lavoro di ricucitura fatto finora da Greco sulla rosa.
Ciò che balza inevitabilmente all’occhio del gioco di Barcella è un’energia da grande giocatore, senza timore iperboli. Nonostante la poca abitudine a giocare a determinati ritmi, la sua cilindrata sta risultando nettamente compatibile con quanto richiesto dalla categoria. Dinamismo, il suo, che non trabocca in alcun eccesso di impeto, anzi, in quanto alla peculiarità atletica Barcella sta abbinando una palpabile capacità di saper leggere la situazione, tanto nel riconoscimento degli spazi da invadere quanto nella scelta sul timing dell’intervento.
Un calciatore, Kevin, che risalta per il pressing asfissiante che è in grado di portare, iniettando dunque intraprendenza e convinzione in entrambe le fasi, così come nelle transizioni, siano esse positive o negative. Il suo modo di stare in campo potrà essere ulteriormente esaltato da ulteriore lavoro sulla pulizia tecnica delle giocate, dove i miglioramenti si stanno comunque notando in maniera tangibile.
Tutto ciò che sta avvolgendo questo ragazzo, dalle sensazioni provate alla centralità mediatica, fino alla necessità di dover gestire pressioni probabilmente nuove, va considerato parte integrante di una fisiologica fase di adattamento, che il diciottenne sta comunque dimostrando di saper affrontare. Club con un’attenzione nota ai giovani, il Frosinone potrebbe dunque – ancora una volta – avere avuto ragione.