Felipe Melo svela: «L’Inter è nel mio cuore, mi volevano già nel 2009. De Boer non capiva nulla, una volta…» | OneFootball

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·11 settembre 2025

Felipe Melo svela: «L’Inter è nel mio cuore, mi volevano già nel 2009. De Boer non capiva nulla, una volta…»

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Le parole di Felipe, ex centrocampista brasiliano, sui suoi ricordi legati all’Inter in vista della sfida alla Juve. Tutti i dettagli in merito

Felipe Melo ha parlato a La Gazzetta dello Sport in vista di JuventusInter.

JUVE-INTER Bei ricordi. Alla Juve ero giovane e immaturo. Ho commesso dozzine di errori e li ho pagati tutti. Una volta persi palla, il pubblico mi fischiò e mandai tutti a quel paese. Quando rientrai a casa mia moglie mi rimproverò e capii di aver fatto un errore. Nella partita successiva andai sotto la curva per scusarmi. Ero un ragazzino: litigavo con tutti, rispondevo male, ero scontroso e nervoso. Discussi anche con Chiellini, com’è noto. Ormai abbiamo fatto pace: ci siamo salutati con affetto al Mondiale per Club. È stato lui a venirmi incontro e ad abbracciarmi . Un gesto di grande umiltà. C’era anche Infantino. È geniale: sta cambiando il calcio e lo stimo.


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L’INTER LO VOLEVA NEL 2009 – Sì, ma Corvino mi disse “o vai a Torino o vai a Torino. Non hai altre scelte”. I bianconeri pagarono la clausola di 25 milioni e infilarono Marchionni nella trattativa. Firenze non la prese bene, mi contestò parecchio: lì è nata la mia prima figlia, ho amato il Franchi e la città come non mai. Se devo scegliere le due squadre italiane a cui tengo di più dico la Viola e, ovviamente, l’Inter.

PER CHI TIFERA’ – L’Inter è nel mio cuore. A casa ho ancora la prima pagina della Gazzetta dopo un mio gol al Verona, quando andai a baciare mia moglie. Era il 2015, c’è scritto “fuga al bacio”. Quando Mancini mi chiese di venire non esitai un momento, mi dispiace solo di essere rimasto così poco.

DE BOER – Di calcio non ha mai capito niente, non è capace. Parlò male anche di Gabigol, chiamandolo “Gabi-ex-gol”. Non parlava italiano, stava sulle palle a tutti nello spogliatoio. Infatti è durato tre mesi e poi ha collezionato disastri ovunque. Grazie a Dio quell’anno arrivò Pioli.

VITA SENZA IL CALCIO – Forse sarei finito in brutti giri, ma ringrazio i miei genitori per ciò che hanno fatto per me. Papà operaio, mamma casalinga. Sono cresciuto azzannando la vita e le difficoltà.

SOPRANNOME PITBULL – Un soprannome che ho sempre amato, ma la gente si ricorda di me solo per i brutti falli e gli interventi al limite. In realtà, posso dire di aver sempre avuto qualità. Al Mondiale 2010 realizzai l’assist più bello di tutta l’edizione: quello per Robinho contro l’Olanda. Una palla in verticale di venti metri in mezzo ai difensori. Poi venni espulso, e quello si ricordano.

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