Feralpisalò, La Mantia: “Sul secondo rigore ho cambiato tiro, ma scelto lo stesso angolo. Siamo vivi” | OneFootball

L’attaccante della Feralpisalò Andrea La Mantia è intervenuto nella conferenza stampa dopo la partita contro il Cosenza.

Ecco le sue parole, riportate da Tifocosenza.it:

“Sul rigore erano entrati tutti in area, sia i nostri calciatori che i loro. E quando è così fortunatamente l’ha fatto ribattere. Sulla prima battuta il portiere è rimasto fermo e mi ha sorpreso. Sul secondo ho cambiato tiro di battuta ma ho scelto lo stesso angolo. Non è stato facile ribattere ma me la sentivo. Era un gol importante per noi. L’ultima doppietta? Sempre contro il Cosenza con l’Empoli due anni fa. È la mia terza doppietta contro di loro.

Mi dispiace perché sono legato a quella piazza e ai tifosi, che mi hanno dato tanto e li ringrazierò sempre. A livello personale è una grossa spinta e un premio per il lavoro svolto. Ho giocato meno per un certo periodo ma sono rimasto sul pezzo per conquistare minuti. A livello di squadra mi spiace che non siano arrivati i tre punti che ci servivano come il pane. È un ottimo pareggio contro un’ottima squadra.

Eravamo in controllo ma sono stati bravi a creare un’azione, un inserimento e firmare un gran gol. Il pari ci consente di muovere la classifica per centrare un obiettivo che mesi fa era insperato. C’è una partita in meno e il margine di errore si riduce. Dovremo essere bravi in futuro a portare a casa partite come questa. Il caldo ha condizionato entrambe, i ritmi erano molto bassi. Si faceva sentire su un campo che non è leggerissimo.

Dobbiamo avere sempre questa rabbia per provare a raggiungere la salvezza. Ci crediamo, lottiamo. Abbiamo dimostrato di essere vivi e di meritare questa possibilità. L’esultanza? Un omaggio a mio padre, che era militare. Lo saluto sempre così. La B è sempre combattuta fino alla fine, è il bello del torneo. Il Cosenza mi ha contattato in estate ma doveva fare delle uscite prima. La FeralpiSalò mi ha cercato con insistenza e alla fine ho accettato la loro chiamata.”