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·15 settembre 2023

Fininvest, in caso di offerta i fratelli Berlusconi possono vendere insieme

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La morte di Silvio Berlusconi ha messo Fininvest, da lui stesso fondata, davanti a una nuova fase della propria esistenza: continuare senza il suo maggiore azionista (l’ex premier deteneva il 61% delle quote). Le quote sono state divise fra i cinque figli, con i maggiori, Marina e Pier Silvio, che insieme detengono il controllo della cassaforte di famiglia.

Come riporta l’edizione odierna de Il Corriere della Sera, la questione eredità è stata risolta anche con delle scritture private fra fratelli che permettono a Fininvest di avere un’impalcatura solida e duratura nel tempo, per almeno cinque anni. Ma cosa succederebbe se fosse messa in vendita?


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Al momento si tratta di un’ipotesi remota, ma anche questa eventualità sembra essere stata considerata nel momento del passaggio di consegne dalla prima alla seconda generazione della famiglia Berlusconi. Infatti, da quanto si apprende, questa ipotesi è stata contemplata nei patti tra i cinque fratelli Berlusconi, che con l’accettazione dell’eredità paterna hanno dato il via alla nuovo assetto del gruppo.

Le clausole “tag along” e “drag along”, abbastanza frequenti anche nelle operazioni di private equity, regolano questa eventualità. Le maggioranze minime possibili tra fratelli sono solo due: Marina e Pier Silvio insieme, oppure uno dei due più due tra Barbara, Eleonora e Luigi. La premessa è che né i nuovi statuti né i patti siglati nel “sistema” Fininvest prevedono diritti di prelazione in caso di vendita. Ognuno è quindi libero di cedere le proprie azioni. Ma, appunto, nel nuovo statuto Fininvest, e in quelli delle holding di controllo che fanno capo agli eredi di Silvio Berlusconi, sono previste clausole di co-vendita in caso di offerta di terzi per la maggioranza: il tag along fa scattare il diritto per le minoranze di cedere anche le loro quote allo stesso prezzo; il drag along, invece, prevede il diritto della maggioranza di “trascinare” nella vendita anche le azioni delle minoranze alle stesse condizioni.

Detto questo, se mai dovesse realizzarsi una tale eventualità, di sicuro non sarà nei prossimi cinque anni, periodo in cui gli eredi di Silvio Berlusconi si sono impegnati formalmente a non vendere (clausola “lock up”). I nuovi statuti sono allegati ai due patti di sindacato: quello tra Marina e Piersilvio e quello di entrambi con gli altri tre fratelli. Le modifiche messe a punto dai legali saranno replicate anche nello statuto di Fininvest dove verrà indicata la previsione di distribuzione di almeno il 50% degli utili (il 100%, invece, nelle holding sopra), la presenza di 3 consiglieri indicati da Luigi, Barbara ed Eleonora e maggioranze qualificate solo per la modifica delle norme appena introdotte nello statuto. Per tutte le altre materie vale la maggioranza semplice, quindi anche in caso di vendita degli asset Fininvest. Entro il 30 novembre le assemblee straordinarie delle holding al vertice del gruppo e la stessa Fininvest renderanno operativa la nuova governance.

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