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·6 ottobre 2024

Fiorentina, clima teso tra società e comune per la questione dello stadio Franchi: la situazione

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Resta decisamente teso e distante il clima tra la società ACF Fiorentina e il comune di Firenze inerente al tema Artemio Franchi: la situazione.

Nonostante l’incontro avvenuto nei giorni scorsi tra le due parti, che ha visto protagonista da una parte Rocco Commisso e dall’altra la neo sindaca di Firenze Sara Funaro, rimane teso il rapporto tra i due protagonisti. Secondo quanto riportato da La Nazione, da una parte il Palazzo Vecchio ha la patata bollente da gestire inerente ad una copertura economica decisamente deficitaria. Dall’altra parte c’è la Fiorentina infastidita poiché ha disputato le prime cinque partite interne di questa stagione in uno stadio-cantiere.


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Questione Franchi, rimane teso il rapporto tra Fiorentina e comune: la situazione

Sempre secondo la ricostruzione de La Nazione, il quotidiano parla anche dell’ipotesi di un possibile trasferimento della Fiorentina, che potrebbe giocare lontano dal Franchi per una manciata di partite, tra il termine di questa stagione e l’inizio della prossima. Qualora dovesse concretizzarsi questa opportunità della trasferta forzata per accelerare i restyling del nuovo stadio, le soluzioni interne alla regione sono attualmente ridotte.

Scartata la prima ipotesi dell’impianto Padovani, per vicinanza geografica la seconda ipotesi potrebbe essere il Carlo Castellani di Empoli. In merito alla vicenda, si è esposto in maniera categorica il neo sindaco di Empoli, Alessandro Mantellassi: “Non è possibile far giocare la Fiorentina nel nostro stadio per motivi di sicurezza ma anche per non sovraccaricare il quartiere“.

È arrivata la stessa risposta anche dal sindaco di Livorno, Luca Salvetti, in merito ad un possibile trasferimento allo stadio Armando Picchi. L’unica soluzione in terra toscana che rimane percorribile, è quella di Arezzo. Il numero uno Alessandro Ghinelli, farebbe di tutto per portare la Viola a giocare nel proprio impianto: rimane un po’ di perplessità in merito alla capienza dell’impianto, che può contenere poco più di 8000 unità. Le altre soluzioni rimangono tutte fuori dalla Toscana: restano vive le ipotesi Modena, Reggio Emilia e Cesena.

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