Calcionews24
·20 novembre 2025
Fiorentina, parla l’ex presidente Cecchi Gori: «Non c’è più fiorentinità nella Fiorentina: in tutto l’ambiente, non c’è più nulla». Le parole

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·20 novembre 2025

Vittorio Cecchi Gori, storico ex presidente della Fiorentina, ha commentato ai microfoni di Radio FirenzeViola il momento delicato del club e l’imminente sfida contro la Juventus. L’ex patron ha definito la situazione attuale “brutta”, sottolineando come i problemi siano nati dopo la sua gestione.
La critica più dura riguarda l’identità: secondo Cecchi Gori, nella Fiorentina non c’è più “fiorentinità”, è venuto meno quel senso di appartenenza che caratterizzava l’ambiente. Il licenziamento di Stefano Pioli, da lui considerato un ottimo allenatore e una persona perbene, è stato un errore. La responsabilità, a suo avviso, non è dell’allenatore ma di una rosa costruita male. Pur augurando buona fortuna al nuovo tecnico Paolo Vanoli, Cecchi Gori ha espresso forti dubbi, evidenziando problemi societari che riflettono le difficoltà dell’intero calcio italiano.
Sul mercato, l’ex presidente non ha risparmiato critiche: la mancata acquisizione di Rodrigo De Paul e l’investimento pesante su Nico Gonzalez sono, per lui, scelte sbagliate. Al contrario, giudica positivo l’arrivo di Moise Kean, centravanti raro nel panorama attuale e capace di decidere le partite, anche se rischia di logorarsi se lasciato troppo isolato.
Infine, Cecchi Gori ha ribadito che la sfida con la Juventus è l’appuntamento più importante dell’anno: un vero e proprio derby che vale più dell’intero campionato, simbolo autentico della fiorentinità. Una partita che, secondo lui, può rappresentare la scossa necessaria per risvegliare la squadra.
PAROLE – «Questa è una brutta situazione. II problema prima o poi sarebbe venuto fuori, forse nasce da tutti i problemi che ha avuto la Fiorentina da dopo la mia gestione. Non c’è più fiorentinità nella Fiorentina: in tutto l’ambiente, non c’è più nulla. Non serve risalire ai miei tempi della balaustra, adesso proprio non c’è più nulla di fiorentino.
A volte la squadra va meglio, altre peggio, ma se c’è una politica del genere i problemi diventano grandi. Aver bruciato anche Pioli, giocatore viola dai tempi miei nonché bravissima persona e allenatore, è grave: non è questione dell’allenatore, sono assortiti male i giocatori. Vanoli? Magari sarà decisivo e gli faccio tutti i migliori auguri, ma ho diversi dubbi. Perché? Ci sono problemi societari, vale per tutto il calcio italiano. Le partite della Fiorentina le guardo tutte ma noto una mentalità sbagliata, che riguarda in generale tutto il nostro calcio, a partire dal nuovo regolamento. Fiorentina-Juve? Era un altro mondo.
Ma la cosa più fastidiosa è che Fiorentina-Juventus vale più di tutto il campionato della Fiorentina, la fiorentinità è questa. Anche se in questo momento è un bene che ci sia la partita con la Juventus, perché può scuotere i giocatori. Anche col Bologna, per la Fiorentina il pareggio è stato come vincere alla lotteria. Kean è stato un grande colpo. Quasi tutte le squadre non hanno centravanti, la Fiorentina invece ce l’ha. Lui è quello che può cambiare le partite, però giocando da solo si consuma».
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