Calcionews24
·29 giugno 2025
Flamengo Bayern Monaco: le tre cose che non hai notato della partita

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·29 giugno 2025
Dietro al risultato di 4-2 e alle performance evidenti dei protagonisti, una partita come Flamengo-Bayern nasconde sempre piccoli racconti, dettagli curiosi e destini incrociati che meritano una lente d’ingrandimento. Ecco tre episodi “brillanti” che forse erano sfuggiti a una prima lettura.
Al minuto 44, accade qualcosa che è la perfetta metafora dell’impotenza del Flamengo di fronte alla superiorità bavarese. Erick Pulgar, nel tentativo di arginare con foga la qualità tedesca, commette un fallo duro su Kane. L’arbitro estrae il giallo, ma il dramma è un altro: nel compiere l’intervento, è lo stesso Pulgar a subire l’infortunio più grave. Esce in barella, incapace di proseguire. É quasi un segno che se il Flamengo cerca di andare oltre i propri limiti per recuperare il gap col Bayern finisce per andare fuori dai binari e pagare un prezzo. Un’immagine potentissima: l’aggressività che si ritorce contro se stessa, un tentativo di violenza sportiva che si trasforma in autolesionismo.
La partita offre un magnifico contrasto generazionale e di mentalità, concentrato in due episodi speculari. Al 53′, il giovane e talentuoso Michael Olise commette un’ingenuità clamorosa: su un cross in area, va incontro al pallone con una postura davvero fuori luogo, alzando le braccia e concedendo un rigore nettissimo. È un errore di sufficienza, di chi si sente troppo sicuro. Sul dischetto, però, si presenta un “altmeister”, un vecchio maestro come Jorginho. Con la calma dei forti, l’ex campione d’Europa esegue il suo classico saltino, ingannando completamente un colosso come Neuer e riaprendo la partita. Da una parte l’errore arrogante della gioventù, dall’altra l’astuzia glaciale dell’esperienza.
Ogni storia ha bisogno del suo finale, ma a volte questo non arriva. Per Leroy Sané, quella contro il Flamengo è l’ultima partita con la maglia del Bayern. L’occasione per un addio da film si presenta al 96′: si invola da solo verso la porta di Rossi, ha la palla per il 5-2, per l’ultima firma, per la gloria. Ma il suo tiro è debole, centrale, una conclusione che strozza in gola l’urlo dei tifosi e il suo stesso lieto fine. È l’anti-epica. E come se non bastasse, a rendere surreale la serata ci aveva già pensato, al 3° minuto, un pallone… da festa. Un palloncino colorato è entrato in campo, interrompendo il gioco e costringendo l’arbitro a una ripresa con una palla a due. Forse era un presagio: in una partita così tesa e spettacolare, c’era spazio per tutto, anche per l’insolito e per i finali malinconicamente mancati.