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Marco Alessandri·25 settembre 2025
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Marco Alessandri·25 settembre 2025
Pio Esposito è al centro di una vera e propria campagna mediatica. Sui giornali è spesso osannato, sui social è oggetto di meme e prese in giro di ogni genere.
Chi ha ragione? Siamo di fronte al futuro attaccante dell'Inter e della Nazionale italiana, oppure all'ennesimo giocatore promettente che poi, però, non si confermerà tale?
Per quanto visto finora, nessuna delle due. Ma non per questo vuol dire che non valga la pena puntarci.
Per poter essere un titolare nell'Inter di oggi, dovresti togliere il posto a uno tra Lautaro Martinez e Marcus Thuram. Impossibile. Ecco perché ogni discorso sul futuro di Pio lascia il tempo che trova.
Ma quello che si è visto ad Amsterdam e con il Sassuolo può far ben sperare. Ancora nessun gol - e questo forse ha influito sui giudizi di chi vuole screditarlo - ma un lavoro utile alla squadra. Soprattutto entusiasmo, suo e dell'ambiente. Dopo il finale di stagione drammatico e un mercato che non ha certo emozionato il tifo interista, la presenza di un giovane di talento sembra poter accendere da sola San Siro. E non è poco.
Se poi a questo si aggiunge la carta d'identità (Pio, classe 2005, è il più piccolo dei fratelli Esposito) e il fatto che Chivu lo conosca dai tempi della Primavera, ecco che si capisce il motivo per cui l'Inter faccia più che bene a puntarci.
Dando un veloce sguardo ai social, invece, si direbbe il contrario. Dopo la partita con il Sassuolo, in cui forse ha subito un po' la pressione della prima volta da titolare al Meazza, Pio è stato oggetto di scherno da parte del tifo avversario, soprattutto su X.
La fortuna di Pio è di avere alle spalle un allenatore che ha chiesto in estate che non venisse ceduto in prestito e che, come dimostrato la scorsa settimana, è pronto a puntarci.
Il gol arriverà - per la verità al Mondiale per Club il numero 94 aveva già timbrato contro il River Plate - ma ora non è la priorità. Oggi Chivu gli chiede di crescere alle spalle di Lautaro, di apprendere quanto più da Thuram e di rendersi utile quando chiamato in causa. A vent'anni appena compiuti non è da tutti essere all'Inter e partire dal 1' in due occasioni in tre giorni tra Champions e Serie A.
Non è Lamine Yamal e non lo sarà mai, giocatori così non ne nascono in Italia da decenni. Forse, però, per il momento che sta vivendo la nostra Nazionale converrebbe sperare che certi talenti non si perdano, e poco importa se giocano con Inter, Milan, Juve o Napoli. Vale per Esposito, come per Camarda o chiunque altro.
📸 Marco Luzzani - 2025 Getty Images
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