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·6 marzo 2025

Fonseca, un gesto da condannare. Ma la squalifica è esagerata

Immagine dell'articolo:Fonseca, un gesto da condannare. Ma la squalifica è esagerata

Da arbitro, ma ancor prima da sportivo, non posso che condannare severamente il gesto di Paulo Fonseca. L’allenatore portoghese ha decisamente esagerato, rivolgendosi al direttore di gara con fare provocatorio durante Lione-Brest.

Il mio commento sulla vicenda Fonseca

Un comportamento da stigmatizzare senza se e senza ma, insomma. Ma concentriamoci su un altro punto, quello che non riguarda l’ambito arbitrale bensì quello della giustizia sportiva, vale a dire la squalifica. Ieri sera, la federazione francese ha comminato a Fonseca una squalifica di 9 mesi: non sarà in panchina fino al 30 novembre. Il Lione, intanto, ha preannunciato che farà ricorso.


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Ebbene, nella giurisprudenza italiana, francese ed europea non ricordiamo un simile provvedimento. Penso a episodi come la spinta di Di Canio all’arbitro Alcock nel 1998, che gli costò 11 giornate di squalifica, o al calcione di Cantona a un tifoso, in seguito al quale il francese fu costretto a rimanere lontano dai campi per lo stesso periodo inflitto a Fonseca, 9 mesi. Ricordiamo anche che di recente il presidente del Marsiglia Longoria si è scagliato verbalmente contro la classe arbitrale francese, ricevendo una squalifica di 15 giornate.

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Da un confronto come questi si capisce come l’entità della squalifica di Fonseca sia poco equa, quasi grottesca, anche in considerazione del fatto che non ci sia stato alcun contatto fisico tra l’allenatore e l’arbitro. Quante volte abbiamo visto, in diversi campionati, allenatori che vanno a protestare dal direttore di gara a fine match, con l’intervento dei membri dello staff o dei calciatori a evitare il corpo a corpo senza che poi ci siano state sanzioni?

Come sempre, anche in questo caso mi schiero prima di tutto dalla parte degli arbitri. Ritengo però che un provvedimento come questo sia assurdo. Tutti gli addetti ai lavori hanno la responsabilità di osservare atteggiamenti consoni e rispettosi, anche per chi li guarda dall’esterno. Ma l’intimidazione (quella di Fonseca si configura come tale) va sempre tenuta distinta dalla violenza fisica, che come abbiamo visto in altri casi è stata sanzionata con meno severità.

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