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·4 gennaio 2025

FPF UEFA, quarta fase al via: Milan-Napoli ok, Juve e Inter in miglioramento. La Roma rischia

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Nel 2011 Michel Platini, allora presidente della UEFA, scrisse le regole del primo Fair Play Finanziario europeo per le società che partecipano alle competizione internazionali. A 14 anni di distanza, ecco che inizia la quarta fase del regolamento economico-finanziario.

Come riporta l’edizione odierna del La Gazzetta dello Sport, le prime sanzioni del nuovo sistema sono già in arrivo tra febbraio e maggio e, salvo clamorose sorprese, non dovrebbero vedere nessuna formazione italiana coinvolta. Anche se l’attuale situazione della Roma è tutt’altro che rosea.


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Un miglioramento generale per le italiane però c’è stato, considerando il passato recente con Milan e poi Juve punite con l’esclusione dalle coppe, e Roma e Inter sotto il rigido controllo del settlement agreement. I giallorossi sono ancora dentro, in realtà, ma hanno dei paletti meno stringenti rispetto all’inizio. Ora la situazione più grave vede coinvolte proprio le ricche società inglesi.

Ma tornando alla nuova fase del Fair Play Finanziario UEFA, la quarta, può essere sintetizzata con lo slogan “spendi quanto puoi permetterti”. In sintesi, il nuovo sistema si articola in quattro punti:

  • Lotta ai debiti, da pagare entro 90 giorni, con sanzioni immediate per chi sgarra
  • Deficit triennale massimo di 60 milioni.
  • Spesa per stipendi, commissioni degli agenti e mercato fino al 70% dei ricavi: un salary cap globale, perché quello per gli stipendi in Europa non è legale.
  • Sanzioni progressive in base alle violazioni e predefinite: i club sanno già a cosa vanno incontro.

Come detto per le italiane è un periodo di relativa calma. Lazio, Fiorentina, Napoli, Atalanta e Bologna sono più che virtuose: conti a posto, spese nei limiti, entrate che migliorano grazie anche alle coppe. I partenopei dovranno compensare quest’anno senza Europa, ma difficilmente resterà fuori il prossimo.

Bene anche il Milan di RedBird che continua a rispettare i paletti del settlement agreement come fatto sotto la gestione Elliott. I costi sono stati tagliati, i ricavi aumentano e presto i rossoneri potranno uscire definitivamente anche dagli ultimi vincoli.

Grazie alle ultime stagioni in Europa e non solo, la nuova Inter di Oaktree è ormai considerata una società sana, grazie a una gestione più solida dal punto di vista finanziario in chiave futura, visto che il fondo statunitense è una garanzia di solidità ben maggiore rispetto all’ultima era Zhang.

Per la Juve era quasi inevitabile che soffrisse di quell’anno senza coppe per via delle sanzioni UEFA, esattamente come successe al Milan all’inizio della gestione Elliott. La nuova società bianconera, grazie al sostegno della proprietà Exor, ha cominciato un percorso virtuoso, importante anche per attenuare eventuali sanzioni. L’obiettivo di pareggio nel 2025 non è facile, l’ultimo bilancio presentava un deficit di 199 milioni, quindi è molto probabile un nuovo settlement.

La situazione più complessa è quella della Roma: oltre 600 milioni di debito e 81 di deficit nell’ultimo anno. Il problema è che il club dei Friedkin non riesce a rispettare i parametri intermedi del settlement. L’obiettivo inderogabile del 2025 è migliorare i conti: se ai controlli del prossimo anno il deficit sarà superiore a 40 milioni, l’esclusione dalle coppe 2026-27 sarà automatica.

Uscendo dall’Italia, la Germania è la più solida. I club tedeschi sono da anni garanzia di stabilità e rispetto delle regole. Stesso discorso per il Real Madrid di Florentino Perez, primo club a raggiungere il miliardo di ricavi. Ma per il resto non è che la situazione sia delle migliori. In Francia per esempio, se il PSG sembra aver completamente cambiato strada dopo l’era del trio delle meraviglie Mbappé-Neymar-Messi, il Lione rischia di retrocedere in Ligue 2 per i troppi debiti. In Spagna, il Barcellona continua a lottare per tenere i conti in ordine inventandosi leve finanziarie in pratica a ogni sessione di mercato per via di un regolamento interno tutt’altro che tenero per chi ha i conti del club blaugrana.

Infine, le inglesi. Il Chelsea è messo peggio dopo le spese folli dei primi anni della nuova proprietà e se sul campo Maresca sembra aver sistemato le cose, dal lato finanziario servirà un grande lavoro per riportare il tutto nei confini del nuovo FPF. Spende tanto anche l’Aston Villa che vuole entrare nell’élite inglese, Ma quella che inizia seriamente a preoccuparsi è il Manchester United.

Se i Red Devils hanno ricavi storicamente molto importanti, le spese sostenute negli ultimi anni hanno portato pressoché pochissimi risultati con la qualificazione alla ricchissima Champions League che ogni anno si complica sempre di più. Niente Champions, ricavi più bassi.

Discorso a parte, infine, per il Manchester City alle prese con il procedimento della Premier League e le oltre 130 presunte violazioni del regolamento economico-finanziario del massimo campionato inglese. Qui bisogna aspettare il pronunciamento della commissione indipendente incaricata e poi la UEFA dirà la sua come fa in questi casi.

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