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·23 dicembre 2025

FT senza scrupoli: dalla famiglia a Juve e Ferrari, un anno da dimenticare per John Elkann

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Un anno complesso quello che sta per terminare per John Elkann. L’amministratore delegato di Exor, la holding di famiglia che controlla Ferrari, Juventus ed è primo azionista di Stellantis, ha vissuto diverse problematiche relative sia agli affari che personali, con la questione legata all’eredita dei suoi nonni, Marella Caracciolo e Gianni Agnelli, che lo vede, insieme ai fratelli Lapo e Ginevra, contrapposto alla mamma Margherita.

In tutto ciò, ci si aggiungono i risultati deludenti della Ferrari e la recente offerta di Tether per il controllo della Juventus, prontamente respinta da Exor, con John Elkann che si è affidato ai social per ribadire come la «Juventus, la nostra storia e i nostri valori non sono in vendita». Oltre a ciò l’anno si è contraddistinto per i vari colloqui con vari governi relativamente ai progetti futuri di Stellantis, con il settore automobilistico che sta vivendo un periodo di crisi abbastanza lungo.


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Come riporta il Financial Times, persone vicine a John Elkann hanno confidato come il manager 49enne si sente abbastanza frustrato dalle varie situazioni complicate che si sono create nell’ultimo periodo, sia a livello personale, con la questione eredità, sia sul piano lavorativo con le varie aziende in un periodo tutt’altro che sereno.

In questo periodo le azioni di Exor, di cui la famiglia Agnelli-Elkann detiene una partecipazione pari al 55%, hanno visto il proprio valore scendere del 18% dall’inizio del 2025 con una capitalizzazione di mercato arrivata a 15,1 miliardi di euro. Nel dettaglio, le quote in Ferrari e Stellantis sono entrambe diminuite di oltre il 20% tra le preoccupazioni degli investitori sugli obiettivi finanziari del produttore di auto di lusso e sulla strategia del proprietario di marchi che vanno da Fiat e Peugeot a Chrysler e Jeep. I risultati economico-finanziari di Ferrari, superiori alla media del settore, rendono il Cavallino il punto più luminoso per Elkann. Ma gli investitori sono ansiosi di capire se il marchio, che dovrebbe lanciare la sua prima auto sportiva elettrica il prossimo anno, possa continuare a garantire una crescita così importanti in termine di utili e ricavi. Mentre sul lato sportivo i risultati di questa stagione, appena conclusa, sono sicuramente negativi e sotto ogni aspettativa.

Ovviamente sottolinea il Financial Times, si sono registrate anche performance positive in questo ultimo anno come per esempio quelli conseguiti da Lingotto, il gestore di investimenti interamente controllato fondato dallo stesso John Elkann nel 2023 e che è cresciuto fino a gestire oggi quasi 10 miliardi di dollari di asset.

Poi c’è il capitolo cessioni. Quest’anno Exor ha sostenuto la vendita del produttore di furgoni e camion Iveco, in cui detiene una partecipazione del 27%, e ha anche venduto azioni Ferrari per costruire una riserva di guerra da 4 miliardi di euro. Inoltre, per il capitolo Stellantis, John Elkann è dovuto intervenire direttamente assumendo, oltre la carica di presidente, anche quella di amministratore delegato dopo la separazione di Carlos Tavares per poi lasciarla nelle mani di Antonio Filosa. Proprio quest’ultimo ha dovuto ereditare i vari dossier ritenuti molto importanti per il futuro del gruppo in Italia, dopo mesi di polemiche prima con Tavares e poi con lo stesso Elkann.

Dall’arrivo di Filosa, continua il Financial Times, Stellantis non ha ancora cambiato marcia, e sarebbe stato sorprendente il contrario visto la situazione generale del mercato dell’auto, con la società automobilistica che ha visto la sua quota di mercato in calo in Europa, costringendo Stellantis a chiudere temporaneamente la produzione negli stabilimenti in Italia e Francia in ottobre, che ha portato al centro delle critiche delle rispettive istituzioni nazionali la figura di Elkann.

Più recentemente, Elkann ha sottoscritto un accordo a settembre dove ha accettato di pagare centinaia di milioni di euro e di svolgere servizi sociali per risolvere il caso di frode fiscale. Sebbene l’accordo non includesse un’ammissione di colpevolezza, all’epoca aveva dichiarato che rappresentava un’opportunità per portare «questa dolorosa vicenda a una conclusione rapida e definitiva». Ma questo mese il giudice la cui approvazione era necessaria per l’accordo ha invece ordinato ai pubblici ministeri di incriminarlo.

Poi il Financial Times affronta il capitolo Gedi. Il gruppo editoriale è al centro di una trattativa in esclusiva per essere ceduto interamente ad Antenna, controllata dall’imprenditore greco Theodore Kyriakou, che vede fra i soci più importanti anche il principe ereditario dell’Arabia Saudita Mohammad bin Salman. Nelle scorse settimane è stata rifiutata, invece, l’offerta in extremis di Leonardo Mario Del Vecchio, uno degli eredi dell’impero EssilorLuxottica.

Una situazione di incertezza, con la vendita che non è ancora stata ultimata, che ha messo in agitazione le redazioni giornalistiche del La Stampa e La Repubblica che temono importanti tagli di personale da parte della possibile futura proprietà che inizierebbe così a metter emano ai conti economici-finanziari che vedono i rispettivi quotidiani in perdita di diverse decine di milioni di euro. Inoltre, il comitato di redazione de La Repubblica ha dichiarato questa settimana che è deludente vedere che mentre la «storia e i valori» della Juventus non sono in vendita, quelli dei giornali italiani lo sono. Nel corso degli anni Exor ha venduto altre attività non core, tra cui il tour operator Alpitour, il riassicuratore PartnerRe e il gruppo di servizi immobiliari Cushman & Wakefield.

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