Calcionews24
·26 gennaio 2024
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Giovanni Galeone ieri ha compiuto 83 anni. Oggi su La Gazzetta dello Sport affronta tante cose, con l’idea forte che il calcio sia musica, un mix di eleganza e ritmo.
HA SENTITO ALLEGRI – «Ah sì, certo. Massi mi telefona spesso. Ma mi hanno chiamato davvero in tanti. Anche Galliani. E l’Udinese mi ha mandato una maglia».
IL CALCIO CHAMPAGNE – «Eh, ormai lo champagne è un’altra cosa. Per la verità io comunque volevo fare l’insegnante di calcio. Quello in realtà bisognerebbe fare, come riusciva ai maestri di una volta: curare bene i settori giovanili, valorizzare i talenti presenti sul territorio».
SACCHI – «Il problema di Arrigo è che lo copiano e non sono bravi a farlo. L’oscurantismo del calcio italiano, io lo chiamo così. Tutti a giocare in trenta metri, un disastro, non si vedeva più il gioco. E poi la costruzione dal basso che è andata di moda con Guardiola… possiamo parlarne? La cosa buona è che ora è già un po’ finita nel dimenticatoio. Non si può copiare tutto, ci sono dei pezzi unici, per fortuna. E Mazzarri ha fatto bene a cambiare. É stato intelligente»
LA FAMA DI TOMBEUR DE FEMME – Ah, ma guardi, tutte queste storie di donne… Ho sempre amato le donne come esempio di eleganza, leggerezza. Mi piace la bellezza, mi piace la gentilezza. Le donne hanno un sensibilità non comune e bisognerebbe portarla nel calcio».
I CALCIATORI “MUSICALI” – «De Bruyne, Modric. In passato Rivera. Mi piace Yildiz, l’ho detto da tempo a Massimiliano, guarda che quello è fortissimo. Così come quattro anni fa gli avevo detto di Bellingham, uno spettacolo. E lo avevo detto anche a Mazzarri. E Mkhitaryan, che bello vederlo giocare… ma sono pochi ormai».
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