⚫️🔵 Gazzetta – Inter a metà, Chivu non cambia: modulo di Inzaghi e vecchie abitudini per recuperare terreno | OneFootball

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·25 settembre 2025

⚫️🔵 Gazzetta – Inter a metà, Chivu non cambia: modulo di Inzaghi e vecchie abitudini per recuperare terreno

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La Gazzetta dello Sport, attraverso la propria edizione odierna, ha dedicato ampio spazio all’Inter di Chivu:

“Cristian Chivu si è svestito degli abiti sgualciti da ribelle e si è immerso mani e piedi nelle vecchie acque, quelle che hanno bagnato il passato recente dei nerazzurri: sembrano tornate placide, almeno a vedere le due ultime vittorie che hanno permesso di superare le prime mareggiate dell’anno. L’Inter ha ripreso una navigazione serena, anche se le vele non sono ancora così salde come sperato: servirà altro tempo, nuove verifiche in mare aperto. In fondo, però, quello dell’allenatore romeno è stato un semplice bagno di realtà, tranquillizzante e, forse, poco romantico: Chivu ha spento ormai del tutto i bollori iniziali, ha allontanato quella prima idea ambiziosa di una squadra diversa nello spirito e nel modulo. L’utopia si è persa chissà dove tra le onde, anche perché la scialuppa del mercato non è venuta in soccorso: impossibile partire davvero senza nuovi marinai specializzati. Più utile, semmai, affidarsi ai vecchi lupi di mare di Inzaghi abituati a battere le stesse rotte. Con tutti i rischi del caso, come insegna la burrasca alla fine della scorsa stagione.


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Chivu, uomo di mondo, lo ha capito subito e si è adeguato saggiamente: la vita, che ha lo sballottato dai Carpazi all’Italia passando per i canali di Amsterdam, gli ha insegnato a sognare in grande, a immaginare sempre nuove terre da conquistare, ma nello stesso tempo gli ha ricordato quanto conti avere un porto sicuro in cui rifugiarsi. Cristian avrà pure alti ideali di gioco, ma sa dove lanciare l’àncora per evitare rischi: per intendersi, conosce la tranquillità che può dare il solito Calhanoglu incastrato tra due palleggiatori. Insomma, sa che se non si può fare la rivoluzione, è meglio governare il presente con le solite mezzali. Così una evoluzione lenta e senza scossoni, fatta di cambiamenti piccoli e semplici aggiustamenti tattici, può (almeno per un po’) può evitare le tempeste. La decisione di non rinunciare al modulo di Simone Inzaghi, quel 3-5-2 inciso nella pietra negli ultimi quattro anni, si spiega anche così: manca un centrocampista muscolare che permetta di passare a una mediana a due, per rovesciare il destino sarebbe bastato Manu Koné, centurione giallorosso a lungo bramato dal tecnico e sogno per la prossima estate. Non bastasse, in un centrocampo di piedi buoni e soprattutto in una inesplorata trequarti non sono arrivati degli assaltatori specializzati, giocatori dotati di cambio di passo e dribbling: Lookman, o anche solo un replicante del nigeriano, avrebbe permesso di associarsi alle punte in modo differente. Insomma, lo schema interista è rimasto lo stesso, quello inzaghiano, che prima degli ultimi mesi aveva comunque toccato vette esaltanti, anche se il tecnico romeno prova a declinarlo in maniera leggermente differente: un’idea di pressing moderno e più alto e di calcio verticale è ben visibile tra le pieghe di questo inizio stagione, ma sono altrettanto evidenti le vecchie trame di gioco (e alcuni difetti congeniti).

[…] Dietro alla ThuLa c’è finalmente vita – Bonny e Pio lasciano immaginare un futuro esaltante –, ma per il resto, sono rimaste le stesse facce di prima tra i titolari. Cinque partite di questa stagione più quattro nella coda del Mondiale per club non sono ovviamente abbastanza per sovrapporre Chivu come carta carbone all’ultimo quadriennio di Inzaghi, ma la transizione reale da un allenatore all’altro è ancora all’inizio. Piuttosto, il tecnico di oggi fa bene ad avere nel mirino Conte, l’uomo che può davvero indicargli la via: prima di fuggire da Milano, Antonio aveva infatti strappato uno scudetto prendendo 7 gol nei primi 360’ e risalendo tra le onde fino alla vetta. Il problema, però, è che tra il dire e il (ri)fare c’è di mezzo sempre la stessa cosa”.

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