Gazzi a <i>PianetaBari</i>: “Si fa fatica a digerire ancora la delusione dei playoff. Caserta tecnico votato al calcio offensivo” | OneFootball

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PianetaBari

·24 luglio 2025

Gazzi a <i>PianetaBari</i>: “Si fa fatica a digerire ancora la delusione dei playoff. Caserta tecnico votato al calcio offensivo”

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Martedì e mercoledì, presso l’Anfiteatro Arena della Pace, con la collaborazione di AncheCinema teatro è andata in scena una due giorni dedicata al tifo biancorosso attraverso i film che hanno raccontato il Bari. Ieri è stato il turno della proiezione di ‘U Megghie Paise’, alla presenza di Alessandro Gazzi, mentre martedì ‘Una meravigliosa stagione fallimentare’. L’ex centrocampista biancorosso a margine dell’evento è intervenuto ai nostri microfoni.

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Le parole di Gazzi

Gazzi, che emozioni provi nel ritornare a Bari? «Un’emozione particolare, perché erano 14 anni che non ritornavo. È un po’ come rivivere i ricordi, quello che ho vissuto da calciatore e anche che ho vissuto come uomo, perché comunque qui sono nate due delle mie tre figlie e le ho cresciute con mia moglie. Chiaramente rivedere anche certi volti, certi sguardi è un po’ appunto fare un tuffo nel passato».


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A Bari hai vissuto la contestazione, ma anche l’epopea della promozione in Serie A. Cosa vorresti dire alla piazza in un momento come questo? «Beh allora, ovviamente da esterno non è così semplice dare una valutazione sul momento, però percepisco sempre un po’ di difficoltà a smussare o meglio a digerire un po’ quello che è stato negli ultimi anni, segnati dalla delusione forte dei playoff. Credo che per certi versi faccia un po’ parte della della storia di Bari, perché nella storia fanno parte anche grandi imprese e grandi momenti di vittoria. Serve pazienza, Bari è una piazza molto particolare dal punto di vista degli alti e bassi, dove le aspettative credo siano sempre molto alte. Per certi versi abbassarle un attimo può fare solo che bene, soprattutto in un campionato come quello di Serie B, dove è sempre facile poi trovarsi in posizioni o anche in prestazioni inconsuete».

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Copyright: AS Bari

Gazzi, come vedi anche il Bari attuale? «Caserta ha innanzitutto il tempo per lavorare, perché lui per quel che ho visto e per quell’esperienza che ho, è sempre un allenatore estremamente votato a un certo modo di giocare al calcio offensivo, che può essere anche molto funzionale al gioco del Bari e alla realtà. Penso che con il tempo e soprattutto con la fiducia ci si possa sempre aspettare una stagione che possa essere positiva. Poi è ovvio, il campionato di Serie B, come ho detto prima, è estremamente equilibrato, quindi ci vorrà l’equilibrio che fa parte di quel torneo, per potersi ritagliare degli spazi importanti».

Tanti volti nuovi sono arrivati, c’è qualcuno che ti convince particolarmente? «Beh per quel che per quel che li ho conosciuti e visti giocare sono tutti nomi di calciatori credo estremamente affidabili. Alla fone l’importante poi è sempre l’organico, la rosa, quello che si instaura tra la squadra, l’allenatore, la società e tutto l’ambiente che circonda un po’ la Bari».

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Gazzi, lei conosce bene Longo. Come si spiega la scorsa stagione? «Non ho visto benissimo le ultime partite, so che c’è stato un momento di calo però credo che conoscendolo, Longo ha dato tutto quello che poteva avere in corpo. Avrà sicuramente fatto dei risultati importanti che ha portato il Bari appunto all’inizio a fare una buona più di stagione. Poi ripeto, il campionato di Serie B è molto equilibrato, quindi quando incappi in qualche risultato negativo è anche facile trovarsi in situazioni un po’ anomale».

Qualche anno fa hai allenato Manzari. Secondo te può ancora far parte di questo Bari? «Io ho avuto la possibilità di allenare Giacomo i sei mesi a Salò e con lui si parlava spesso di Bari, quindi quello che so è che al di là delle qualità tecniche anche lui è estremamente legato alla piazza e sicuramente quello che può dare lo dà per quelle emozioni che vive e per quello che rappresenta Bari. Poi adesso da qui a fine agosto può succedere di tutto, quindi non so come andrà a finire va bene».

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