Calcionews24
·1 agosto 2025
Gerry Scotti, cuore rossonero: «Milan, piuttosto che dare via Reijnders mi sarei indebitato. Leão? O la va o la spacca, è l’anno decisivo»

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·1 agosto 2025
Un amore per il Milan trasmesso per via “genetica”, una passione viscerale che lo accompagna da una vita, dagli spalti del vecchio parterre di San Siro fino al suo divano, da cui oggi si gode lo spettacolo come il più classico degli opinionisti da bar. Gerry Scotti, icona della televisione italiana e re Mida del piccolo schermo, si racconta in un’intervista a La Gazzetta dello Sport. Con la sua consueta ironia e schiettezza, “Zio Gerry” analizza il nuovo corso del suo Milan, tra la fiducia in Allegri e Tare e la perplessità per alcune mosse di mercato. Un dialogo a 360 gradi, che spazia dal calcio alla Formula 1, passando per ricordi indelebili e giudizi senza filtri.
I PRIMI RICORDI A SAN SIRO – «Ricordo la mia prima partita, con papà a San Siro in un freddo novembre, ero un bimbetto con le braghe corte. Ricordo che i tifosi ce l’avevano con Altafini che quel giorno aveva poca voglia di giocare. A un certo punto, mentre sono sulle spalle del mio papà, Altafini arriva davanti a noi, mi vede e mi fa l’occhiolino… Cinque minuti dopo segna e io ho capito che il tifoso ha la critica facile. Ho visto anche il Milan di Pierino Prati e quello degli olandesi… Pensavo che dopo non ci sarebbe stato altro e arrivato a oggi forse non avevo torto».
IL NUOVO MILAN DI ALLEGRI E LA CESSIONE DI REIJNDERS – «Siamo tutti alla finestra. Io penso che Tare d.s. e Allegri in panchina siano le persone giuste al posto giusto per cominciare una ricostruzione. Però sono anche un po’ perplesso. Dico una cosa da bar: piuttosto che dare via Reijnders mi sarei indebitato. Non vedevo un giocatore così da anni e non mi sembra che quei soldi lì li stiano investendo con altri grandi acquisti. Forse voleva andare via lui, perché magari non vedeva un progetto».
SULL’ARRIVO DI MODRIĆ – «Bene i giovani italiani, bene Ricci, bene pure Modric… Sappiamo che le squadre oggi devono pensare anche al marketing e a vendere un po’ di magliette, quella di Modric la prenderò anche io, per rispetto verso un grande giocatore. Che possa risolvere la situazione Milan per più di un anno sarebbe da Guinness dei primati, ma anche a mezzo servizio può tornare utile».
L’ULTIMATUM A LEÃO – «Gli diamo ancora quest’anno per dimostrare di essere uno dei tre più grandi talenti di questo secolo nel calcio, se non ce la fa non piangeremo, dovrà trovare altri stimoli e altre collocazioni, perché è un po’ che aspettiamo».
IL SUO GIUDIZIO SU GATTUSO C.T. – «Non ho cambiato idea su Rino, all’Italia serviva qualcuno da doccia fredda e secondo me lui è adatto. Poi è uno che se lo fai inc… viene anche sotto la doccia e ti strofina lui! Lo faceva da calciatore, figurati ora. Fa bene ad andare a vedere i ragazzi, perché alla fine credo che da noi manchi un po’ di coraggio: altrove fanno esordire giovani di 16-17 anni, noi abbiamo creato un caso Camarda e alla fine non l’abbiamo fatto giocare bene da nessuna parte».
L’INTERVISTA A MARADONA – «Sì, siamo andati a Napoli con Claudio Cecchetto. In cambio ha voluto una compilation di musica da discoteca da sentire mentre si allenava. Gli abbiamo portato la cassetta e lui invece di fare l’intervista si è messo con le cuffie a sentire le canzoni. Vabbè, ma lui era Maradona, secondo me il più grande di tutti i tempi. Pensate se fosse stato anche un atleta… probabilmente giocherebbe ancora in America come Messi e farebbe due gol a partita».