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·18 ottobre 2025

Governo UK: il nuovo sistema di controllo sugli investitori nel calcio in vigore dal 2026

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Il Governo britannico torna a mettere la propria attenzione sul mondo del calcio, e in particolare sui capitali che gonfiano le casse dei club di Premier League, che ormai da anni sono a trazione estera.

Come riporta l’edizione odierna di ItaliaOggi, il 6 ottobre scorso si è chiusa la consultazione pubblica sul nuovo regime di controllo dell’Independent Football Regulator (IFR), che punta a escludere investitori senza requisiti di trasparenza dal calcio britannico e rafforzare così la solidità finanziaria delle squadre. La consultazione riguarda l’introduzione del regime Odse (Owners, directors and senior executives), previsto dal Football governance act 2025, che definisce regole più severe per verificare l’idoneità e la correttezza dei proprietari, dei dirigenti e dei vertici societari delle squadre di calcio. L’obiettivo è quello di rafforzare la credibilità e la solidità del sistema, dopo anni di scandali e fallimenti.


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Il nuovo quadro mira a proteggere non solo i bilanci dei club ma anche il «valore sociale e culturale» del calcio inglese, riconosciuto come parte integrante del patrimonio nazionale, come spiegato in una nota ufficiale del ministero della Cultura, dei Media e dello Sport. Il test di idoneità introdotto dal regime Odse valuterà la solidità finanziaria, l’integrità personale e la trasparenza dei fondi di chi intende acquistare o gestire un club.

La commissione dell’IFR potrà poi richiedere la documentazione sulla provenienza del capitale, verificare la struttura societaria e gli eventuali rapporti con Paesi a rischio, oltre a controllare, in coordinamento con le autorità antiriciclaggio, l’assenza di sanzioni internazionali o di legami con attività criminali. L’IFR avrà quindi poteri di indagine diretti, potendo interpellare banche, autorità di vigilanza finanziaria, forze di polizia e regolatori esteri.

Per i dirigenti e gli azionisti già in carica non sarà necessario un nuovo esame di idoneità, ma l’IFR potrà comunque intervenire se emergono irregolarità o conflitti d’interesse. Le misure a disposizione dell’autorità spaziano da sanzioni pecuniarie e ammonimenti pubblici fino all’obbligo di disinvestimento per chi non rispetta i requisiti di onorabilità e trasparenza. L’approccio, precisa il ministero, sarà «proporzionato e preventivo».

L’intento, come assicurano fonti governative, non è quello di penalizzare gli investitori, ma garantire un ambiente finanziariamente sostenibile, riducendo i rischi di insolvenza che negli ultimi anni hanno colpito diversi club, anche storici. Nel corso della consultazione, l’IFR ha chiesto un confronto a club, leghe, tifoserie e operatori economici su vari aspetti, tra cui la gestione dei poteri sanzionatori, le procedure di raccolta delle informazioni e la trasparenza degli assetti proprietari.

Entro fine anno è atteso il rapporto finale, che includerà le varie osservazioni portate dalle istituzioni interessate, e andrà così a definire le raccomandazioni operative e la tabella di marcia per l’entrata in vigore del nuovo sistema, prevista per il 2026.

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