Calcio e Finanza
·8 giugno 2025
Gravina: «Norvegia forte. Non mollo, credo in questo progetto»

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·8 giugno 2025
Prosegue oggi con la terza giornata il Festival della Serie A, evento in corso di svolgimento a Parma dal 6 all’8 giugno. Questa mattina è intervenuto il presidente della FIGC Gabriele Gravina, in un panel dal titolo “Calcio, la passione degli italiani”. Il numero uno della Federcalcio ha parlato dopo la sconfitta contro la Norvegia, che ha fatto partire in salita il percorso dell’Italia verso i Mondiali 2026.
«La partita di Oslo è una partita nell’ambito delle valutazioni tecniche – ha esordito il numero uno della Federcalcio –. Credo che oggi la Norvegia sia una delle Nazionali più forti in senso assoluto, oggi rappresenta qualità straordinarie e probabilmente può anche essere più forte di noi. Poi dipende sempre da come si perde e quel fuoco di cui parla sempre Gigi Buffon doveva dare qualcosa di diverso».
Sulle implicazioni di questa sconfitta: «Ci sono diversi elementi oggettivi e soggettivi in questa sconfitta. I ragazzi hanno fatto un campionato pesante e il mister ha avuto la possibilità di vedere i giocatori pochi giorni. Non puoi preparare una partita contro quel tipo di avversario in questo modo. L’importanza della partita credo fosse percepita, se però non è stata sentita come doveva credo ci fosse di sia di fare un’analisi».
«La maglia azzurra non la si sente addosso come si dovrebbe – ha aggiunto Gravina –. Non è un colore, è un’eredità e bisogna farlo capire ai ragazzi. È una storia scritta da uomini che hanno lottato e rialzato le sorti di un Paese. Quando la indossi porti il peso e l’orgoglio di milioni di concittadini. È una maglia che non ti appartiene, ma ti viene prestata dai campioni che hanno avuto la possibilità di onorarla e indossarla. E te la prestano le persone che quando cadi vogliono vedere nei tuoi occhi la capacità di rialzarti. In quel momento tu sei un simbolo, un popolo, sei l’Italia. Oggi si cercano alibi come singolo e non si cerca l’appartenenza a una straordinaria forza sociale rappresentata dal colore azzurro».
Sul clima intorno alla Nazionale partendo dal caso Acerbi: «Non credo abbia incrinato lo spogliatoio, non c’è spaccatura. C’è poca lucidità e stanchezza fisica, non credo che abbiamo mai vissuto questa intensità di calendario, non c’è spazio tra una competizione e l’altra e la sommatoria di questi elementi ha generato stanchezza fisica. C’è anche tanta amarezza e sofferenza. Ho sentito commenti negativi sulla nostra Nazionale, di gente che già celebrava il nostro funerale ma ci sono otto partite. Giochiamo, e comunque abbiamo la possibilità dei playoff. Dobbiamo andare al Mondiale e non piangerci addosso, questo non fa onore al mondo del calcio. Italia senza Mondiale? Non ci voglio pensare, mi fa stare male e allontano questa idea, anche perché credo in questa strada e questo progetto, in cui abbiamo investito tantissime energie».
«I nostri risultati sono storici, è assurdo non valorizzare aspetti di una rivoluzione che è partita sei anni fa. Pensavate che l’Italia potesse vivere di rendita? No, la storia si costruisce. Io sono convinto del progetto e vado avanti, non capisco e non vedo possibilità di mollare in un momento così delicato. Abbiamo degli obiettivi e dobbiamo portare avanti delle progettualità. Noi con la Serie A erano anni che non avevamo modalità di confronto come sta avvenendo ora e questo fa bene al sistema», ha concluso Gravina.