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·8 gennaio 2020
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·8 gennaio 2020
Londra è la culla del calcio, l’aria che si respira è qualcosa di magico che si incastona con la follia e la bellezza. Il bello è proprio camminare in giro per i quartieri muniti di macchina fotografica, senza orologio, per fermarsi a fare qualche scatto e bloccare il tempo, perché il tempo, in questa città che vive di calcio, sembra non essere mai trascorso. Abbiamo fatto proprio questo, camminato e osservato, con il naso all’insù e gli occhi vispi, come quelli di un bambino mentre scarta il suo regalo di Natale. Le emozioni che regala questa città sono qualcosa di indescrivibile. Passione Premier proverà a regalarvi degli stralci e a raccontarvi degli scorci, un po’ come quando a scuola gli odiosi professori chiedevano di fare la parafrasi della poesia, e ti ritrovavi a dover spiegare “L’Immenso” di Ungaretti. Noi abbiamo pensato a un aggettivo per descrivere il nostro viaggio, ma in tutta onestà ne abbiamo trovati talmente tanti da non volerne dare nemmeno uno. Abbiamo quindi deciso di condividere questo fantastico viaggio nei quartieri londinesi.
Era una mattinata piovosa, col classico cielo londinese, tirava un po’ di vento e la pioggia fitta pungeva come la punta di un ago. Da queste partilo chiamano English Weather. Partendo dal North London ci siamo ritrovati nel quartiere di Islington, quartiere dall’aria un po’ freddina, in tema con la giornata. Trovandoci dinanzi all’Emirates Stadium dell’Arsenal, ci è venuta una nostalgia improvvisa per il vecchio Highbury, trasformato in un complesso residenziale di lusso. L’Arsenal è una delle squadre londinesi più ricche e con più seguito; girovagando per il quartiere abbiamo notato che la modernità del nuovo stadio ha aggraziato la zona, piena di locali pettinati e belle case, però, lasciatecelo dire, il vecchio Highbury era un altro mondo.
Spostandoci nella zona Nord-Ovest della capitale siamo incappati in una giornata rara e bellissima, col cielo terso e sgombro dalle solite nuvole minacciose, quartiere di Fulham Broadway, a due passi dallo Stamford Bridge, casa del Chelsea. Grazie ai soldi russi il Chelsea è diventata una delle squadre più forti del mondo. Roman Abramovich per il suo investimento ha scelto uno dei quartieri più belli di Londra. Siamo nella culla dello Swinging London, che col tempo ha lasciato spazio a enormi ville, costosissimi locali che servono pudding accompagnato con maiale in salsa agrodolce e numerosi college. Lo stadio spicca appena fuori dalla fermata della metro, facendo quasi da contrasto a tutto quello che c’è intorno, in perfetto stile British.
Approfittando della giornata di sole, abbiamo fatto due passi a piedi e dopo circa 30 minuti di cammino siamo arrivati nella zona di Putney Bridge, percorrendo l’incantevole Bishops Park, un tempo territorio dove Anna Bolena, la Lady d’Irlanda, si dilettava con i suoi sudditi nella caccia alla volpe. Immerso in una cornice fiabesca troviamo il Craven Cottage, una perla rara. Il famoso Cottage del Barone Craven, incastonato tra le mura dello stadio, suscita un vortice emozionale di alta intensità, come quella dei cori dei tifosi del Fulham durante le partite casalinghe.
Sballottati da una parte all’altra della città, ci siamo ritrovati nel South London, casa del Crystal Palace, quartiere vivace pieno di contraddizioni. Gallerie d’arte che si frappongono a locali etnici e baracchini del fish and chips. Siamo in aperta campagna, al confine col Kent. Lo stadio, il Selhurst Park, sembra incredibile ma è situato su una collina, in mezzo alle case della gente del posto. Folle ma bellissimo. Se mai vi doveste trovare da quelle parti, vi capiterà di incrociare qualche volpe che passeggia furtiva nei giardinetti delle case vittoriane.
Nuovo giorno, nuovo quartiere. South-East London. Siamo nel borgo reale di Greenwich, tra mercatini vintage e lo spettacolo del Meridiano. Camminando per una decina di minuti tra le vecchissime case coloniali, all’improvviso ci troviamo davanti al The Valley, casa del Charlton. Il nostro sguardo viene catturato da uno scorcio incredibile, lo stadio costruito in mezzo alle case. Affascinante.
All’alba di un nuovo giorno siamo già in piedi, molto mattinieri, davanti a un tipico caffè inglese, più acqua e zucchero che un vero caffè. Ci immergiamo in una lettura controversa e affascinante su come ebbe inizio la Rivoluzione Industriale. Questo ci porta qualche ora dopo a South Bermonsdey, non lontano dal Tamigi. Camminando nelle viscere di un quartiere povero e degradato, in mezzo alle baraccopoli vicino alla stazione, scorgiamo da un sottopasso il famigerato The Den, tana dei Leoni del Millwall. La zona è in perfetta armonia con la nomea e la tradizione del Club.
Un giovedì mattina come tanti, armandoci di coraggio diamo un’occhiata fuori dalla finestra, sole, sole e ancora sole. Senza farcelo ripetere due volte ci mettiamo in marcia verso la parte esterna della città, lontani dal caos della City, nel sobborgo di Barnet. Il The Hive, casa del Barnet, è una struttura graziosa, situata nella tranquillità silenziosa di una delle zone più residenziali della città. Se vi capiterà di fare un giro da queste parti, munitevi di macchina fotografica. Da vedere.
Ormai siamo dei londinesi provetti, con la nostra Oyster Card andiamo in giro che è una meraviglia. Oggi ci troviamo nel quartiere di Brentford, zona incantevole dove la gente vive nelle barche attraccate sul Tamigi. Il Griffin Park, stadio del Brentford, è situato in mezzo alle case, con una naturalezza sconvolgente. Le casette basse, con le tende tutte uguali, ci confondono. Sembra quasi di essere in uno di quei paesini alsaziani che si vedono in fotografia.
Prima di dirigerci alla nostra destinazione, ci leggiamo qualcosa inerente al Leyton Orient, che qualche anno fa era stato protagonista di un reality show. La squadra nasce povera, la zona è una delle più economiche di tutta la città; camminando per il quartiere di Leyton si respira aria buona, il vento ha appena spazzato via le nuvole, lasciando alle nostre narici l’odore invitante del mercato locale, dove la gente del quartiere si riunisce durante il weekend. Lo stadio, il Brisbane Road, è un gioiello incontrastato, che unisce le molteplici etnie che popolano il quartiere. Tutti uniti per il Leyton Orient.
Passare dalle case popolari di Leyton alla sciccheria di White City è un attimo, siamo nella casa del Queens Park Rangers, squadra che negli ultimi anni è stata relegata nella seconda divisione del Campionato Inglese. Il Loftus Road è il classico stadio inglese, le case con i fiori alle finestre dietro il settore ospiti sono distanti non più di una decina di metri dall’ingresso principale. La zona a maggioranza caraibica, è una delle più centrali di Londra.
Sabato è giornata di shopping, il centro commerciale di Westfield a Stratford è immenso. Appena fuori dal centro si intravede lo stadio del West Ham, l’Olympic Stadium, immerso nella suggestiva cornice del Queen Elizabeth Park. I discorsi relativi al vecchio Boleyn Ground suscitano una certa nostalgia, però il calcio moderno purtroppo impone dei canoni chiari che vanno seguiti. La nuova casa degli Hammers è un quadro di modernità e business, che in poco tempo dovrebbero far volare la squadra dell’East End londinese verso una nuova vita; il tempo dei ricordi e della vecchia Green Street sono ormai lontani.
Ritornando nel North London, ci affacciamo al mondo del Tottenham. Un’evoluzione pazzesca negli ultimi anni. Il quartiere di Seven Sisters è un mondo a parte, tra le sinagoghe ebraiche e i baracchini di frutta africana lo scorcio è mozzafiato. Siamo nella Londra profonda, quella che ha segnato le guance degli immigrati venuti dai Caraibi molti e molti anni fa. Il nuovo stadio, il Tottenham Hotspur Stadium, stona decisamente con tutto il resto, ma il bello è proprio questo. La struttura imponente, moderna e all’avanguardia è stupenda e crea un contrasto che oseremmo definire follemente magico. Il quartiere, uno dei più degradati della città, custodisce, tra le case popolari di Park Lane, uno degli stadi più belli del mondo.
A Wimbledon non si vive di solo tennis, la squadra di calcio del Wimbledon da queste parti è una vera e propria istituzione. Siamo nel borgo di Kingston Upon Thames, uno dei più suggestivi e incantevoli della città, a cavallo tra il Tamigi e la natura londinese. Lo stadio, il Kingsmeadow, è una chicca assoluta, che spicca tra le casette a schiera con le porticine colorate.
L’ultima tappa del nostro viaggio straordinario ce la concediamo in una domenica dal cielo variabile, le foglie degli alberi che cambiano colore e un venticello che suona una musica soave che ci accompagna. Siamo nella zona di Barking. L’assordante silenzio che echeggia da queste parti è quasi fastidioso, siamo pur sempre a Londra. Il Dagenham & Redbridge è la fusione di quattro club amatoriali: l’Ilford, il Leytostone, il Walthamstow e il Dagenham. Lo stadio, il Victoria Road, è un gioiellino da ammirare.
Non resta che fare il biglietto e partire.
Antonio Marchese