Huijsen padre: «Juve, la cessione di Dean è stata uno shock. Il Real Madrid era il sogno. Lui non è Beckenbauer, ma i suoi obiettivi sono…» | OneFootball

Huijsen padre: «Juve, la cessione di Dean è stata uno shock. Il Real Madrid era il sogno. Lui non è Beckenbauer, ma i suoi obiettivi sono…» | OneFootball

In partnership with

Yahoo sports
Icon: Calcionews24

Calcionews24

·29 settembre 2025

Huijsen padre: «Juve, la cessione di Dean è stata uno shock. Il Real Madrid era il sogno. Lui non è Beckenbauer, ma i suoi obiettivi sono…»

Immagine dell'articolo:Huijsen padre: «Juve, la cessione di Dean è stata uno shock. Il Real Madrid era il sogno. Lui non è Beckenbauer, ma i suoi obiettivi sono…»

Huijsen padre: «Juve, la cessione di Dean è stata uno shock. Il Real Madrid era il sogno. Lui non è Beckenbauer, ma i suoi obiettivi sono…». Le dichiarazioni

Il passaggio di Dean Huijsen dal piccolo Bournemouth al galattico Real Madrid è stata una delle operazioni più importanti di questa estate. A raccontarci tutto a Tuttosport è il papà-agente Donald Caspar Huijsen detto Donny, che si concentra soprattutto sulla cessione da parte della Juventus. Ecco le sue verità

LO SHOCK DELLA CESSIONE DALLA JUVENTUS«È stato un vero shock. Non ci potevamo credere, ci siamo rimasti di sasso. Male, troppo male. Un giorno nero. Bruttissimo. Un fulmine a ciel sereno. Ma perché? Ci chiedevamo senza poter comprendere i motivi della separazione forzata. Dean stava a meraviglia a Torino, parla benissimo italiano, era apprezzato e ben voluto da tutti. Dallo staff ai compagni di squadra, da tutto il mondo Juve fino al magazziniere. Giuntoli è stato categorico e Motta brutale quando gli hanno detto che non avrebbe più fatto parte del progetto e che doveva andarsene, che non aveva più il permesso di allenarsi con la prima squadra».


OneFootball Video


IL PASSAGGIO AL BOURNEMOUTH«Però partecipante al campionato più ricco e competitivo del mondo. Il migliore. Abbiamo intravisto l’opportunità della titolarità in Premier League con la possibilità, stimolante e avvincente, di affrontare attaccanti di valore assoluto a cominciare da Haaland, Salah e Isak. Inoltre il direttore del Bournemouth è il portoghese Tiago Pinto, ex Roma. Si profilava insomma un percorso di crescita significativo per Dean che in effetti ha poi disputato 32 partite con 3 gol e 2 assist in maglia “Cherry”. Più altre 3 gare in FA Cup per un totale di 2.800 minuti in campo. Prestazioni eccellenti che gli sono valse l’ingaggio da parte del club più celebre e vincente del pianeta terra. Lo volevano tante “big” del calcio europeo (Chelsea, Liverpool, Bayern, Borussia Dortmund, Arsenal, Tottenham, Newcastle United, ecc.) ma lui ha declinato garbatamente ogni offerta aspettando che arrivasse “quella” squadra, il “team” dei suoi sogni, il più grande e più affascinante: il Real Madrid».

GIUNTOLI E MOTTA«Lui e Motta non sono propriamente da annoverare tra i miei migliori amici… ».

IL PASSAGGIO DA MALAGA AD AMSTERDAM DA BAMBINO«Decisivo forse no, però rilevante sì. Lui ha così assimilato le caratteristiche del calcio olandese, lo stile offensivo dell’Ajax, e l’intensità del “fútbol” spagnolo. Dopodiché quando è passato alla Juve ha accorpato le peculiarità del calcio italiano: tattica e difesa. Un “mix” molto importante. È un ragazzo che sa ascoltare: ha appreso molto dagli insegnamenti di Mourinho suo mentore alla Roma. E adesso sta imparando tanto agli ordini di Xabi Alonso a Madrid».

LA FORZA MENTALE«Non c’è una data, una partita o un allenamento preciso. È stata una progressione, un crescendo, un’escalation costante. Dai primi calci in casa e al parco con me – l’ho fatto migliorare tantissimo nel destro perché lui è un mancino naturale – alla scuola calcio, al Málaga, eccetera. Al di là della sua altezza (197 centimetri) e delle qualità tecniche, gli allenatori che ha avuto hanno sempre sottolineato la sua forza mentale».

IL NUOVO BECKENBAUER«C’è da essere lusingati per un accostamento così prestigioso. Forse per l’eleganza di Dean in campo, la sua sicurezza nel controllo della palla, le chiusure e gli anticipi sugli attaccanti. Mio figlio però non è mica “Kaiser Franz”… È un ragazzo che non si monta la testa, semmai tutto il contrario. Lui punta caparbiamente al miglioramento, a essere solo sè stesso, magari a far sì che un giorno i bambini possano considerarlo un esempio da imitare, chissà un loro idolo… ».

GLI IDOLI D’INFANZIA«Da piccolino suo zio Ruud Krol, leggenda del calcio “Oranje” e dell’Ajax che ha militato anche nel Napoli. Ha sposato Yvonne, sorella minore di mio padre. Poi crescendo, ormai trasferitosi in Spagna, ha eletto come idolo Sérgio Ramos, ex leader della difesa madridista e popolarissimo in Andalusia essendo nato in provincia di Siviglia».

“MARADONNY” IL MIO SOPRANNOME«Ah sì, vero, ma era una cosa nata così per divertimento fra i tifosi. Nessun giocatore al mondo può essere paragonato al più grande di tutti i tempi, perché Diego era unico.

“CHILL GUY” IL SOPRANNOME DI DEANChill Guy, tipo il “meme” Internet. In sintesi un ragazzo tranquillo, rilassato, amichevole. Senza stress».

DOUÉ«Faccio i complimenti al francese per la sua brillante stagione con il Paris Saint-Germain. I risultati e i successi conseguiti sono lì a dimostrarlo. Quanto a mio figlio, al primo anno in Premier League ha giocato così bene da meritarsi l’ingaggio da parte del Real Madrid. Qualcosa conterà, no? E infatti ho notato che nell’attuale “ranking” di Football Benchmark pubblicato su Tuttosport, occupa il quarto posto su 100 candidati. Se si considera che il leader Yamal non potrà più essere eletto in quanto già vincitore, ecco che Dean sale sul podio: mica male… ».

LA SCELTA DELLA NAZIONALE SPAGNOLA«Lui s’è trasferito in Andalusia da bimbo. Ha compiuto il percorso scolastico e calcistico in Spagna dove ha cominciato a giocare a 5 anni nell’accademia del Costa Unida di Marbella prima di essere tesserato dal Málaga. Si sente spagnolo. O comunque più spagnolo che olandese. Quando è stato ingaggiato nelle giovanili della Juve, la Federcalcio olandese lo ha selezionato per le Rappresentative Under 17 poi 18 e 19. Ma nella primavera 2024, mentre era alla Roma e aveva già ottenuto il nuovo passaporto, ha accettato di buon grado la convocazione nell’Under 21 spagnola scartando l’Olanda. Nel marzo scorso l’esordio non ancora ventenne con le “Furie Rosse” del ct De la Fuente. Si giocava a Rotterdam proprio contro la Nazionale del nostro Paese natale, andata dei quarti di Nations League (2-2 il risultato). Entrò nel finale del primo tempo al posto di Cubarsí, infortunato. E fu accolto da bordate di fischi. A ogni pallone che toccava, lo stadio inveiva contro di lui. Quindi nessun rimpianto da parte nostra».

L’AMICIZIA CON YILDIZ«Sono tuttora molto amici, hanno legato subito nelle giovanili della Juve. Si sentono praticamente ogni giorno al telefono. Hanno creato una chat di gruppo, c’è anche il bosniaco Tarik Muharemović ora al Sassuolo. Stanno già cominciando gli sfottò in vista di Real Madrid-Juventus del prossimo 23 ottobre in Champions… Io e suo papà Engin ci frequentavano spesso a Torino. Sua moglie Beate è tedesca quindi non c’erano problemi di lingua perché olandese e tedesco sono lingue molto simili. A Dean, che continua a leggere Tuttosport sul suo smartphone come del resto faccio anch’io, piaceva frequentare i ristoranti di Marchisio e di Bonucci. Il “Legami” a Garino, frazione di Vinovo, e il “Lève” di fronte alla vecchia sede della Juventus in corso Galileo Ferraris».

LA MIA “MAGNIFICA OSSESSIONE” A VINOVO«Un giorno mi sono procurato un paio di cesoie e mi sono messo a tagliare l’erba alta che copriva parzialmente la visione del “training”. Poi in un campo da tennis lì vicino ho trovato una sedia da arbitro, ovviamente alta, così potevo seguire perfettamente ogni allenamento. E chissenefrega se qualche volta pioveva… Ero diventato una sorta di beniamino per tutti al JTC di Vinovo: dagli allenatori ai “vigilantes”, dagli inservienti agli addetti al refettorio… ».

OBIETTIVI A BREVE TERMINE«È umile, non corre dietro alle ragazze, ma è concentratissimo sulla sua professione ed è anche molto ambizioso. Oltre a sognare il Golden Boy quest’anno, ultima sua occasione perché nel 2026 non potrà più essere candidato dato che compirà 21 anni, lui vuole vincere possibilmente tutto: Liga, Champions, Supercoppa e Copa del Rey con il Real Madrid e la Coppa del Mondo con la Spagna… ».

Visualizza l' imprint del creator