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Tommaso Cherubini·18 giugno 2024
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Tommaso Cherubini·18 giugno 2024
L’Italia si prepara in vista della partita più importante della sua fase a gironi, quella contro la Spagna in programma giovedì sera a Gelsenkirchen.
Un match sulla carta decisivo e non è escluso che il ct Luciano Spalletti possa sorprendere tutti con alcuni cambi, rispetto alla formazione che sabato ha vinto 2-1 contro l’Albania a Dortmund. A riportarlo è La Gazzetta dello Sport.
La prima opzione che Spalletti starebbe valutando è quella di inserire Gianluca Mancini nel reparto arretrato al posto di Riccardo Calafiori, che ha giocato comunque un grande esordio sabato a parte la sbavatura nel finale su Manaj che poteva costare cara.
Mancini è un difensore molto più attento all’uomo e alla marcatura, una caratteristica non da poco contro Morata, che spaventa gli azzurri e che ha segnato subito nella prima sfida della Spagna contro la Croazia. Calafiori dà molte più opzioni con la palla, ma in una partita in cui gli azzurri dovranno soffrire molto di più – e probabilmente terranno meno il possesso – ecco che Mancini può essere una soluzione logica.
Un nome da non sottovalutare è un altro romanista, ovvero Bryan Cristante, per andare a rinforzare la mediana con Jorginho e Barella. In questo modo, Jorginho e il giallorosso sarebbero due veri e propri centrocampisti di posizione davanti alla difesa, con Barella e probabilmente Pellegrini incaricati di rifinire l’azione. A farne le spese sarebbe Frattesi.
In attacco, invece, Scamacca all’esordio non ha deluso, almeno per quanto riguarda il gioco spalle alle porta ma Retegui scalpita e anche lui spera in una maglia da titolare giovedì. L’italo-argentino si sta allenando bene in ritiro e giorno dopo giorno sembra scalare alcune posizioni nelle preferenze del ct.
Rispetto a Euro 2020, quando l’Italia di Mancini batté la Spagna in semifinale, ci sono solo alcuni giocatori reduci da quella partita: Donnarumma in porta, Di Lorenzo in difesa, Jorginho e Barella in mezzo al campo e Chiesa in attacco. Quattro big, che rappresentano perfettamente la continuità ma anche il nuovo corso dell’Italia di Spalletti rispetto a quella di 3 anni fa.