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·11 marzo 2025
II Sorvolante

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·11 marzo 2025
Il Messaggero (S. Carina) – È il primo a sapere di aver fatto tanto senza aver raccolto ancora nulla, se non pacche sulle spalle che non lasceranno traccia sulla sua giacca al primo scivolone. Ranieri ne è consapevole, è da troppi anni che allena: il calcio è senza memoria, vive soltanto di presente. E allora, visto che nemmeno il futuro prossimo è dato sapere, incensiamolo questo presente, al di là di come andrà a finire già giovedì a Bilbao. Perché ad oggi Claudio è senza rivali. In Italia e in Europa non c’è nessuno che nel 2025 viaggia alla sua velocità. Ma c’è di più.
Perché sì, gli inglesi ci avranno anche visto lungo affibbiandogli il soprannome di Tinkerman, l’aggiustatore, ma chi ripara normalmente si limita all’essenziale. Della serie: c’è un buco? Lo chiudo. Claudio no, è andato oltre. Perché in aggiunta alla rivalutazione di un’intera rosa e della risalita clamorosa in classifica, la Roma ora produce anche un calcio gradevole. Non è una novità per chi ricorda il suo Valencia, la Fiorentina di Batistuta, Rui Costa e Lulu Oliveira, il Cagliari di Francescoli, Matteoli e Fonseca e la Roma del 2010. Ma qui si ritorna al punto di partenza: il calcio è senza memoria. In appena tre mesi di lavoro Claudio è riuscito a trasformare in normalità cose che prima non lo erano. Qualche esempio? La lista è lunga, mettetevi comodi: la Roma ha vinto le ultime tre trasferte, Dybala gioca con continuità; Pellegrini sembra finalmente sulla via giusta per uscire dal tunnel; Saelemaekers e Angelino segnano rispettivamente 6 e 4 reti; Soulé gioca per i compagni; ora ci si preoccupa per il ko di Celik; Paredes è tornato il calciatore che era; Shomurodov segna gol pesanti; Dovbyk sorride dopo un gol; la difesa per 8 volte ha chiuso senza subire reti. Ma forse quello che ha portato Ranieri alla Roma è la semplice normalità.