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·29 settembre 2025

Il caos della Fiorentina non è tattico, è identitario

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3 punti in 5 partite, 3 gol segnati, 6 subiti. Sono le cifre più evidenti relative all’inizio di campionato della Fiorentina di Stefano Pioli. Una Fiorentina che, oltre a non vincere, ha perso punti di riferimento. Cominciamo dal modulo: Pioli è partito dal 3-4-2-1 con Gudmundsson e Ndour dietro a Kean, per poi provare due punte davanti all’islandese, sacrificato a sua volta prima in nome del 3-5-2, e dopo di un improvviso – se non improvvisato – 4-4-2, per ricomparire, infine, insieme a Fazzini contro il Pisa. Insomma, una malleabilità che sembra più una ricerca confusa per tentativi ed errori. Gli interpreti sono variabili, soprattutto a centrocampo (il settore più affollato). Come se, per non scontentare nessuno, si ottenesse l’effetto opposto.

Oltre a De Gea, sempre titolari solo Kean, Gosens, Dodò, Ranieri e Pongračić. Se il vice capocannoniere dello scorso anno (quando veniva messo nelle condizioni di “gasarsi” facendo reparto da solo) è irriconoscibile, gli esterni sembrano isolati rispetto a un centrocampo lontano, che si svuota, spaccando in due la squadra. Manca del tutto la fiammata individuale – quella che ci si aspetterebbe da Gudmundsson – e la concretezza sotto porta: Moise guida una classifica speciale, ha prodotto più xG di tutti (2,75) con 17 tiri (1 solo in porta) e non ha mai segnato.


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La stessa Viola è quart’ultima per goal conversion rate (4,92%), ultima per shots on target (11 su 61). Una squadra davvero poco convinta. Anche se i dati relativi al pressing sono buoni (quinta per PPDA), non riesce ad arrivare al tiro (3 volte su 29 recuperi alti) né tantomeno al gol. Anche la fase di costruzione è piuttosto sterile, nonostante ottimi palleggiatori come Nicolussi Caviglia, Fagioli o lo stesso Mandragora. Appena 2 le trame completate dal basso (l’Inter, prima, è a 26). È una fase cruciale per Pioli, che dovrà trovare un’identità chiara il prima possibile, dare delle gerarchie, capire come alternare Gudmundsson, Piccoli e Dzeko nel migliore dei modi. In campionato arriva la Roma, e il futuro è più nero che viola.

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