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·13 agosto 2025

Il titolo di Evergrande cancellato dalla Borsa: debiti per 40 miliardi

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Che fine ha fatto Evergrande, il colosso dell’immobiliare cinese da 50 miliardi di dollari crollato sotto il peso di 300 miliardi di passività? Il titolo della società è arrivato a fine corsa. È di ieri la notizia che Evergrande sarà cassata dai listini di Hong Kong a partire dal prossimo 25 agosto: quel che resta della società ha dichiarato che non farà opposizione al delisting.

La prima crepa nel sistema immobiliare si è aperta a fine 2021, a causa della stretta ai prestiti decretata un anno prima dal Governo centrale, con il default di un’obbligazione in dollari nel dicembre 2021. Una discesa culminata nella sospensione dalle contrattazioni il 29 gennaio del 2024 decisa dall’Alta Corte di Hong Kong che, in mancanza di un piano di ristrutturazione praticabile per il suo debito offshore da 23 miliardi di dollari, ne decretò la liquidazione.


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Dopo 18 mesi di sospensione dalle contrattazioni, per legge, è d’obbligo l’addio ai listini. La storia di Evergrande – spiega Il Sole 24 Ore – è un ginepraio di partecipazioni societarie e di castelli patrimoniali che va ben oltre le cifre ufficiali. Il grande fondatore Hui Ka Yan, un tempo l’uomo più ricco della Cina, titolare del 60% della società, è sparito nel nulla.

I liquidatori parlano di 187 richieste per 45 miliardi di dollari (quasi 40 miliardi di euro, ndr) presentate al 31 luglio, un importo che supera di gran lunga i 27,5 miliardi di dollari di passività in bilancio al mese di dicembre 2022. Finora la realizzazione delle attività è stata “modesta”, pari a 255 milioni di dollari derivanti da vendite di asset non strategici.

Per le altre due società quotate, Evergrande Property Services e China Evergrande New Energy Vehicle Group Ltd. si cercano acquirenti. In un rapporto sullo stato di avanzamento dell’operazione recupero crediti, i liquidatori Edward Middleton e Tiffany Wong di Alvarez & Marsal, hanno dichiarato che le entità ora sotto il controllo diretto dei liquidatori hanno un valore totale di 3,5 miliardi di dollari al momento dell’ordine di liquidazione.

Dei 255 milioni di dollari di vendite di asset, tuttavia, solo 11 milioni di dollari provenivano da attività detenute direttamente da Evergrande, il resto era imputabile alle sue filiali. Forse non basterà un decennio per chiudere una partita che ha lasciato nel sistema cinese cicatrici profonde. Si è chiusa un’era, il modello di business del mattone è cambiato. Ma dietro l’angolo ci sono altri delisting.

Modern Land ChinaCo., che è stata sospesa per più di 16 mesi, e Dexin China Holdings Co., che ha ricevuto un ordine di liquidazione nel giugno dello scorso anno. Per riprendere le negoziazioni dovranno presentare risultati certificati più aggiornati, ritirare o respingere le petizioni di liquidazione o estromettere eventuali liquidatori. L’alternativa è gettare la spugna.

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