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·9 dicembre 2024
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L’ex trequartista dell’Atalanta, attualmente in forza al Maribor Josip Ilicic ha parlato al quotidiano AS della parte più difficile della sua carriera, quella nel periodo del Covid.
Ecco le sue dichiarazioni, riportate dal Corriere dello Sport: “Mi mancava tutto. Ero arrivato ad un punto in cui non sentivo più il bisogno di giocare al massimo livello e ho deciso di portare a casa la famiglia. Ho due ragazze a cui mancava parlare nella nostra lingua e la famiglia è la cosa più importante. La verità è che non sopportava più tanta pressione giocando ogni tre giorni. Dopo la pausa per il COVID ho sofferto troppo. Non era più lo stesso, e sentivo nel mio cuore che era arrivato il momento di dire basta. Avevo promesso di tornare il giorno in cui ho lasciato il Maribor e l’ho mantenuto. Sono cresciuto qui e mi diverto. Anche se il livello del calcio è incomparabile, sono felice. Per il mio ritorno avevo altre proposte, tra cui quella del Siviglia. Monchi mi ha chiamato e sono stato sincero con lui: ‘Mi dispiace, non voglio venire lì per fare soldi e non contribuire nulla (per il suo stato)’. Mi ha ringraziato. Ancelotti mi ha chiamato? Quando era a Napoli, sì. Era praticamente fatta. Ma, alla fine, l’Atalanta ha deciso di non lasciarmi andare. Ero fondamentale per loro. Avevo già accettato l’offerta. Ho parlato Ancelotti, mi ha detto due o tre parole di calcio… e poi mi ha parlato della vita.Mi ha raccontato cose di Napoli: ‘Dai, vieni, andremo a mangiare, a bere…’. Questo è fondamentale, perché sei un uomo prima di un calciatore. Ne aveva parlato anche con Mertens e con il direttore sportivo Giuntoli. Ero convinto, volevo andare lì per vincere il campionato e stavo giocando molto bene, fisicamente ero un animale”.