Pagine Romaniste
·4 giugno 2025
Imparare dagli errori del passato, grazie

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·4 giugno 2025
Pagine Romaniste (A. Leopardi) – La paura dei tifosi giallorossi, in questi giorni, è una: perdere Mile Svilar. A fronte di una tranquillità collettiva, sia da parte del portiere che da parte di Ghisolfi, le avvisaglie per mangiarsi le mani ci sono tutte. E gli esempi del passato non fanno ben sperare. Diversi quindi i punti che pongono più di una riflessione.
Primo tra tutti, il mancato rinnovo. Svilar ha un contratto fino al 2027, è vero. Altrettanto vero, però, è che il portiere belga sia uno dei meno pagati della rosa. Il fatto che si stia parlando del rinnovo da diverso tempo e non sia ancora arrivato, non fa ben sperare e, soprattutto, dà forza a chi, Svilar, lo vuole prendere. Bayern Monaco ma anche Manchester United: squadre che hanno una potenza economica superiore a quella giallorossa.
Seconda cosa: la Roma non disputa la Champions. Avendo meno entrate a livello economico, per mettere i conti a posto potrebbe sacrificare un top. Svilar quindi finirebbe sul mercato, anche perché la Roma non ha la forza per rifiutare determinate offerte. Attenzione anche a Ndicka, che ha estimatori in Inghilterra. Cedere qualcuno, comunque, non è un’opzione da scartare per il bene di una stabilità economica da perseguire.
Ultima cosa, ma non meno importante, gli esempi passati. La Roma raramente impara dai propri errori. Calafiori, Frattesi, Nainggolan, Strootman: esempi di giocatori dati via troppo a cuor leggere e di cui, specie sugli italiani, ancora oggi a Trigoria si mangiano le mani. Frattesi era un giovane prospetto giallorosso che oggi Ghisolfi vuole ricomprare. Sinonimo di una gestione sbagliata del giocatore.
Svilar potrebbe essere quindi l’ultimo di una lista molto lunga che contiene anche Marquinhos, Rudiger e Salah. Affinché la storia non si ripeta, la Roma deve guardarsi dietro. Perché a volte i top di reparto si hanno in casa. Altre volte, invece, si scovano dall’estero. In entrambi i casi, però, perderli in questo modo sarebbe poco lungimirante per chi ha come obiettivo quello di alzare al cielo dei trofei.