Inter News 24
·16 dicembre 2025
Inchiesta Doppia Curva, nuovi sviluppi: la Curva Nord come “copertura mafiosa”! Le motivazioni della sentenza

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·16 dicembre 2025

Emergono dettagli inquietanti dalle motivazioni della sentenza relativa al maxi blitz “Doppia Curva“, l’operazione condotta da Polizia e Guardia di Finanza che nel settembre 2024 ha decapitato i vertici del tifo organizzato milanese. Secondo quanto scritto dalla GUP di Milano Rossana Mongiardo, la Curva Nord interista non rappresentava solo un luogo di aggregazione sportiva, ma fungeva da mero contesto materiale di copertura per attività illecite. Un sistema criminale che, secondo i magistrati, operava sotto una protezione di chiara matrice mafiosa, garantita dall’avallo della potente cosca della ‘ndrangheta dei Bellocco.
Il processo in rito abbreviato, conclusosi lo scorso 17 giugno, ha portato a condanne complessive per quasi 90 anni di carcere a carico di 16 imputati. Le pene più severe, pari a 10 anni di reclusione ciascuno, hanno colpito i vertici delle due tifoserie: Andrea Beretta, ex capo indiscusso della Nord, e Luca Lucci, storico leader della Sud rossonera. Dagli atti dell’inchiesta emerge con forza la posizione delicata dell’Inter: la società di Viale della Liberazione si trovava in una condizione di sudditanza psicologica e materiale nei confronti del direttivo ultrà. Il club nerazzurro, pur obtorto collo (ovvero malvolentieri), finiva di fatto per agevolare le richieste degli esponenti della curva per evitare ritorsioni o problemi di ordine pubblico.
Un capitolo a parte merita la figura di Andrea Beretta. L’ex leader, ora collaboratore di giustizia, è stato condannato anche per l’omicidio di Antonio Bellocco, rampollo del clan calabrese ucciso nel settembre 2024. La giudice ha concesso a Beretta le attenuanti generiche e speciali proprio per il contributo significativo fornito alle indagini. La sua scelta di “redenzione” ha permesso agli inquirenti di esplorare terreni fino ad allora ignoti, portando anche agli arresti per l’omicidio del vecchio capo ultrà Vittorio Boiocchi, avvenuto nel 2022. Beretta ha ammesso di aver agito mosso dalla sete di denaro e potere, dichiarandosi pentito, nonostante le proteste dei legali della famiglia della vittima.









































