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·12 dicembre 2024

Insigne: «Ho reso mio il gol alla Del Piero. Tifoso della Juve? La verità è questa»

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Le parole di Lorenzo Insigne, calciatore del Toronto ed ex capitano del Napoli, sul suo passato in azzurro. Tutti i dettagli

Lorenzo Insigne ha parlato a Radio Serie A del suo passato con il Napoli.

VISITA AL MURALES DI MARADONA – «Ha fatto la storia del Napoli, ci tenevo tantissimo ed ho portato i miei figli al murales ed è stato emozionante. Diego è stato il calciatore più forte di tutti i tempi e da napoletano andare a fare un saluto a lui è un qualcosa di speciale. Il mio sogno è sempre stato quello di indossare la maglia del Napoli, non capita tutti i giorni trasformare i sogni in realtà. Io ci sono riuscito con i sacrifici della mia famiglia, se ripenso al passato ho tante emozioni come l’esordio ed il primo gol in Champions. Me le sono godute tutte».


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ZEMAN – «Il mister è come lo vedete, una persona molto simpatica perché con noi rideva e scherzava. Poi quando si doveva lavorare si lavorava, sicuramente allenamenti molto intensi. La prima settimana tornavi in camera distrutto e non riuscivi a camminare, ma sono allenamenti che a me sono serviti tantissimo per il futuro anche con la maglia del Napoli. Prima di andare a Foggia ho fatto l’esordio contro il Livorno in Serie A, ero molto in ansia perché la palla non usciva mai per farmi entrare. Poi sono andato alla Cavese in prestito, per poi incontrare Zeman. Dopo tornai a Napoli ed ebbi un colloquio con Mazzarri che mi disse che doveva scegliere tra me ed un altro giocatore, io mi misi sotto e lui scelse me».

PRIMO GOL – «Era un Napoli-Parma, un assist di Pandev ed ero al limite del fuorigioco, per fortuna non c’era il Var. E’ stata una gioia incontenibile. Benitez ha portato tanta esperienza, ha vinto tanti trofei e a Napoli ha portato grandi giocatori come Higuain, Callejon e Albiol con cui abbiamo vissuto anni importanti e sono stati determinanti. Poi sono dei ragazzi fantastici. Giocare con Higuain era bellissimo perché lui rende tutto più facile, è fisico, ma riesce a venirti incontro a giocare bene con i piedi. Giocare con lui è stato straordinario. La finale di Coppa Italia 2014 per me è stato emozionante per la doppietta e la prima vittoria di un trofeo con il Napoli, peccato che non abbiamo potuto festeggiare per la tragedia che era avvenuta prima del match all’Olimpico».

SARRI – «Quando mi sono infortunato al crociato è stato difficile, perché ero anche giovane, ma ho fatto un recupero lampo di quattro mesi grazie anche allo staff del Napoli che ha fatto un lavoro straordinario. Anche se fisicamente sono stato bene in ritiro con mister Sarri. Con lui abbiamo giocato un calcio spettacolare, che avrebbe meritato di alzare il trofeo alla fine. Il mister al primo impatto sembra duro di carattere, ma poi con lui abbiamo costruito un bel rapporto e un qualcosa di straordinario. Entrare nella sua idea di calcio non è stata semplice, ma con lui anni importanti. Spero torni presto nel calcio, perché c’è bisogno di lui. Con Mertens ebbe un’intuizione straordinaria. Quell’anno andò via Higuain che era perfetto per quel calcio, poi arrivò Milik che si ruppe due volte il crociato e lui si inventò Mertens centravanti che è stato straordinario nel rendere in quel modo».

TIRO A GIRO E JUVE«Il tiro a giro non l’ho inventato io, ma l’ho preso da Del Piero, io sono stato bravo a riuscire a renderlo anche mio. Su questo sono stato spesso incompreso, nel senso che io non ho mai tifato Juve, ho sempre tifato Napoli e sono cresciuto con Maradona».

ADDIO ANCELOTTI«Quando è andato via sono stato incolpato io per averlo mandato via. Conoscendo De Laurentiis non posso essere mai stato io a mettere pressione su di lui. Il mister lavorava dalle sette di mattina, con lui mi sono trovato benissimo e mi sento ancora con lui, ma qualcosa non ha funzionato, e gli allenatori sono sempre quelli che pagano. Né io nè i miei compagni lo abbiamo mandato via da Napoli, a volte ci sono delle annate che non vanno. Poi la sua carriera parla per lui, sta facendo grandi cose con il Real Madrid. Se a Sarri non dai tempo non riesce a farti entrare nel suo calcio. Gattuso è arrivato in un momento difficile, ma anche con lui ho avuto un grandissimo rapporto e mi sento tutti giorni. Lui è arrivato in un momento difficile, ma è riuscito a tirare fuori da noi diverse cose e si è visto nella finale di Coppa Italia, poi era un periodo difficile. Anche lui ha belle idee, un grande staff e spero possa tornare in un grande club magari in Italia. Anche lui ha un carattere ruvido, ma poi è un buono. Raul Albiol è molto sottovalutato, è veramente forte. Il primo anno di Spalletti è stato un anno di transizione ed io da capitano ho cercato di fare il collante tra i nuovi giocatori e il vecchio gruppo, non abbiamo vinto, ma abbiamo fatto bene».

EUROPEO«L’Europeo vinto è stato un sogno, e forse è stato meglio averlo rimandato perché il gruppo si è costruito e unito meglio. Poi c’era Vialli che ricordo sempre con affetto. Mi emoziono ancora parlando dell’Europeo, siamo stati sul tetto con la vittoria, poi siamo caduti non partecipando ai Mondiali. Ci siamo goduti poco quella straordinaria vittoria, perché poi c’è stato il capitolo successivo che è stata una parentesi negativa».

EUROPEO«L’Europeo vinto è stato un sogno, e forse è stato meglio averlo rimandato perché il gruppo si è costruito e unito meglio. Poi c’era Vialli che ricordo sempre con affetto. Mi emoziono ancora parlando dell’Europeo, siamo stati sul tetto con la vittoria, poi siamo caduti non partecipando ai Mondiali. Ci siamo goduti poco quella straordinaria vittoria, perché poi c’è stato il capitolo successivo che è stata una parentesi negativa».

SCUDETTO NAPOLI«Il merito dello scudetto del Napoli va dato ai giocatori che lo hanno vinto, a mister Spalletti che ha costruito un gruppo straordinario, noi che siamo andati via non abbiamo fatto nulla. Io l’ho vissuto da tifoso e anche se non ci credono, non ho invidia per quella vittoria. Mi dispiace non aver festeggiato lì, ma anche qui in Canada con i miei figli abbiamo festeggiato. Tutti i tifosi quando le cose non vanne bene criticano. In undici anni che ho giocato a Napoli ho avuto un grande rapporto con i tifosi. Io, logicamente, essendo capitano avevo delle responsabilità in più. Il tifoso del Napoli quando vede che in campo si suda la maglia anche la sconfitta viene accettata. Mi dispiace la delusione dell’anno scorso, ma nel calcio d’oggi è difficile ripetersi nella vittoria. Poi l’anno scorso sono cambiati tanti allenatori, ma ora il Napoli sta facendo molto bene. Io non penso di non essere considerato in Europa, perché si parla ancora molto spesso di me, significa che ho lasciato un’impronta importante nel calcio europeo».

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