DirettaFanta
·24 agosto 2025
Inter, Chivu pre Torino: “Il Napoli parte favorito, anche per quanto hanno speso”

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·24 agosto 2025
L’allenatore dell’Inter Cristian Chivu ha parlato in conferenza stampa alla vigilia del match contro il Torino. Ecco le sue parole.
L’Inter è pronta per tornare a lottare. I nerazzurri si presentano in questo nuovo campionato con diverse novità, tra cui soprattutto l’arrivo di Cristian Chivu in panchina, dopo l’addio di Simone Inzaghi. I nerazzurri hanno l’obbligo di lottare per lo Scudetto, con il tecnico interista che, alla prima esperienza sulla panchina di una big, dovrà dimostrare di poter competere con le altre concorrenti al titolo. Cominciare con un risultato positivo può essere molto importante, e la partita contro il Torino può dare molte indicazioni sulla nuova Inter. Ecco le parole di Chivu in conferenza stampa.
Ecco le parole di Chivu in conferenza stampa, riportate da TuttoMercatoWeb:
Quanto è soddisfatto del lavoro nel pre campionato? “Abbiamo lavorato bene, con una preparazione breve ed intensa. I giocatori si sono messi a disposizione e hanno lavorato sodo. Siamo un cantiere aperto e vogliamo sempre migliorare sia individualmente che a livello collettivo”
Come valuta il mercato? “Il mercato è sempre stato mirato e avevamo qualche nome ma alcune società con diritto hanno scelto di non vendere. Come succede a noi. Siamo stati coerenti con la linea societaria scegliendo giocatori giovani e importanti e pronti per giocare nell’Inter”
L’Inter parte nettamente favorita? “Io do ragione ad Allegri quando dice che il vincitore del campionato parte favorito. Anche a giudicare da quello che hanno speso sul mercato”
Cosa speri di poter trasmettere dell’Inter del Triplete? “Un po’ il carattere e lo spirito, facendo capire i momenti della stagione gestendo tutto. Sia i momenti belli che meno belli. Parlando dell’Inter del 2010 per esempio c’è stata Kiev in cui eravamo quasi eliminati. Bisogna gestire i momenti della stagione e arrivare in fondo cercando di capire a che punto sei”
Cosa pensa del mercato aperto mentre si gioca?
“Quello che pensiamo noi allenatori conta poco perchè sono regole dell’Uefa e della Fifa. Tutti vogliamo essere sereni e avere le cose a posto, ma bisogna anche gestire questi momenti con i pensieri del calciatori. Non possiamo decidere noi. Sarebbe meglio iniziare la stagione avendo chiaro il futuro della rosa ma fa parte del gioco anche questo”
Qual è l’aspetto più delicato di questo inizio di stagione? “Abbiamo lavorato bene e quando tu sei onesto con il lavoro che hai fatto sotto tutti i punti di vista non devi temere niente. Si cerca sempre di dare il meglio per raggiungere gli obiettivi. La mentalità è importante e quando hai un obiettivo da raggiungere e ne sei consapevole direi che la prima partita è sempre quella più importante”
Cosa prova dal punto di vista personale per questo esordio? “Sono orgoglioso di essere l’allenatore dell’Inter. Sono sereno e ho imparato che quando spendi il tempo per crescere le cose sono semplici. Non vedevo l’ora che iniziasse il campionato. Tutti preferiamo giocare. Siamo contenti di iniziare e siamo sereni e motivati. Il campo ci farà vedere come siamo messi”
Si aspetta altri colpi sul mercato? “Con la società abbiamo una linea coerente e sono contento di quello che ho. Abbiamo una linea che stiamo seguendo con ragazzi giovani che fanno crescere il valore della rosa. Sappiamo che con i giovani serve pazienza ma in questo contesto inserire un giovane è più facile. C’è anche il lavoro della società per farli crescere”
Che Torino si aspetta? “Ha cambiato l’allenatore e la struttura è rimasta la stessa. C’è l’incognita sempre del nuovo allenatore ma conoscendo Baroni, che stimo molto, mi aspetto un Torino che verrà a giocare la sua partita. Sulla carta non hanno niente da perdere ed è una squadra strutturata e in salute”
Si sente un allenatore di scuola italiana calcisticamente? “Sono arrivato in Italia nel 2003 e sono maturato in Italia senza dimenticare comunque il passato all’Ajax con tutte le sue metodologie. Non voglio denigrare nessuna cultura, ci sono mille sfumature di calcio e bisogna percepirle. Anche all’estero apprezzano quello che facciamo noi ma non esiste una regola. Ci sono idee e principi e anche la sensibilità dell’allenatore. Il calcio è un arte, ci vuole un po’ di tutto”
Lei da calciatore ha conosciuto l’affetto di San Siro. Probabilmente la Curva almeno all’inizio non ci sarà. Che effetto potrebbe dare? Vuole fare un appello a tutto il pubblico?
“Spero che ai giocatori non tocchi questa cosa e spero che la situazione si risolva il prima possibile. La squadra ha bisogno di essere sostenuta e spero che avremo di nuovo tutto lo stadio con noi”
In base a quali considerazioni sono cambiate alcune traiettorie di mercato?
“Io voglio qualità e non quantità. Alcuni giocatori di qualità non li abbiamo presi non per colpa nostra. I giocatori arrivati possono alzare il livello della squadra”
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