Inter Milan, la vittoria del pragmatismo e l’appello per Maignan: Vieri sul rigore e la risposta della Curva al divieto | OneFootball

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·24 novembre 2025

Inter Milan, la vittoria del pragmatismo e l’appello per Maignan: Vieri sul rigore e la risposta della Curva al divieto

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Inter Milan, il pragmatismo di Allegri vince il derby mentre Vieri analizza il rigore e la Curva risponde con ingegno ai divieti imposti dalla Procura

L’analisi del post-partita di Inter-Milan, posticipo della dodicesima giornata di Serie A, inizia con le parole di chi l’area di rigore l’ha vissuta da protagonista assoluto. Ospite negli studi di DAZN, Christian Vieri ha commentato l’episodio del penalty concesso all’Inter, evidenziando come l’evoluzione del regolamento abbia trasformato il modo di difendere, costringendo i giocatori a un’attenzione maniacale per evitare sanzioni che un tempo sarebbero state impensabili.

L’ANALISI DI BOBO«20 anni fa, un rigore così non te lo davano nemmeno se correvi dietro l’arbitro. Ora però c’è questa regola, quindi bisogna star attenti a far tutto in area, questa roba non puoi più farla altrimenti prendi rigore».


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Inter Milan, l’analisi di Vieri

Al di là della moviola, il tema centrale resta l’identità della squadra. In un’annata di transizione, la priorità del Milan non è l’estetica, ma la ricostruzione di una mentalità vincente, un patrimonio che era stato sgretolato negli ultimi anni tra cambi tecnici e rivoluzioni societarie. La scelta estiva di affidarsi a Massimiliano Allegri nasce proprio dalla necessità di portare a Milanello l’incarnazione del pragmatismo e del risultatismo, affidandosi a un uomo capace di costruire anche in mezzo alle difficoltà. Il Derby è stato vinto soffrendo, con la squadra capace di incassare i colpi dell’Inter restando in piedi, appoggiandosi alle corde come un pugile esperto. La filosofia del “corto muso” si sposa bene con la rosa attuale, in attesa che il mercato di gennaio vada a colmare le falle numeriche e qualitative ancora presenti.

Il vero protagonista della serata, tuttavia, è stato Mike Maignan. Se Pulisic ha firmato il gol decisivo, il portiere francese ha offerto una prestazione monumentale, forse la migliore da quando veste rossonero. Decisivo su Thuram e Lautaro, ha compiuto il suo capolavoro nel duello psicologico con Hakan Calhanoglu. Mike è entrato nella testa del turco, mandandogli in tilt i neuroni con una serie di giochi mentali culminati nella parata sul rigore. La preparazione è stata perfetta: ha invitato l’avversario a calciare alla sua destra e ha letto le intenzioni nel momento esatto in cui l’interista ha abbassato lo sguardo. Una magia delle magie che ha salvato il risultato.

Di fronte a tale dimostrazione di forza, l’appello alla dirigenza guidata da Giorgio Furlani è perentorio: serve un clamoroso passo indietro per sedersi nuovamente al tavolo del rinnovo. Il rischio di perdere un leader assoluto come Maignan a parametro zero tra meno di due mesi rappresenta una follia pura. La società deve recuperare quel contratto stilato verbalmente a febbraio e poi accantonato dopo gli errori in Champions League: non rinnovare il francese sarebbe un vero e proprio crimine sportivo.

Infine, una nota polemica riguarda quanto accaduto sugli spalti, o meglio, quanto deciso dalla Procura di Milano. I pm hanno vietato l’ingresso dello striscione “Sodalizio Rossonero”, ritenendo il termine evocativo di associazioni sovversive. Una decisione definita assurda e iniqua, figlia di un accanimento interpretativo volto a mostrare i muscoli. La risposta della tifoseria è stata geniale: le torce dei telefoni hanno composto proprio la parola vietata in mondovisione, ridicolizzando il divieto. Resta da chiedersi se, per la prossima gara, arriverà anche il divieto di introdurre i cellulari allo stadio.

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