Calcionews24
·26 novembre 2020
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Oltre a complicare ulteriormente la qualificazione agli ottavi, la sconfitta dell’Inter contro il Real Madrid è terribile per le modalità con cui è arrivata. E’ stato un sostanziale dominio dei blancos dall’inizio alla fine: nonostante il momentaccio, la squadra di Zidane ha fatto il bello e il cattivo tempo, gestendo i ritmi della partita con una facilità disarmante. L’apatia e la prevedibilità dell’Inter non fanno altro che gettare dubbi sull’attuale condizione mentale dei nerazzurri, che oggi hanno bassissimi livelli di agonismo e intensità. Nella partita in cui ci si aspettava un sussulto d’orgoglio, la squadra di Conte ha palesato tanta fragilità caratteriale.
Il rigore procurato di Nacho dopo pochi minuti esprime bene la scarsa concentrazione dei padroni di casa. Il Real Madrid allarga il gioco per poi tornare in mezzo: nonostante l’Inter sia in superiorità numerica, nessuno segue l’inserimento di Nacho. Con Hakimi e Skriniar che restano troppo aperti, si forma un buco enorme tra loro due e De Vrij, uno spazio che Nacho va bene ad aggredire.
Nelle intenzioni di Conte, l’Inter doveva pressare in avanti il Real Madrid. Grazie però a un palleggio preciso e di qualità, i blancos hanno costantemente manomesso il pressing nerazzurro, risalendo palla a terra e arrivando dalle parti di Handanovic. Nella prima costruzione, Toni Kroos (autore di una prova maiuscola con 127 passaggi azzeccati) si abbassava in mezzo a Nacho e Varane, diventando praticamente un difensore centrale.
Su di lui usciva Vidal: ciò però creava buchi alle spalle. Con la difesa che non accorciava e le continue rotazioni tra le linee degli spagnoli, il Real Madrid riusciva sempre a trovare l’uomo libero, soprattutto un Odegaard costantemente solo in mezzo al campo. Quando apparentemente mancava spazio, i blancos se lo creavano comunque tramite una circolazione di palla che bucava sistematicamente gli avversari.
Due delle molte situazioni in cui il Madrid ha trovato Odegaard tra le linee. Da notare nella seconda slide, il movimento di Mendy (il terzino), che entra dentro al campo. Ciò crea confusione in Barella, di conseguenza Kroos (il giocatore più arretrato del Madrid) può verticalizzare per Odegaard.
Oltre che con Odegaard, il Real Madrid trovava superiorità posizionale anche a destra. Con Modric che si apriva e un Hazard che spesso, partendo da sinistra, svariava su tutto il fronte offensivo, i blancos hanno fatto vedere combinazioni interessanti su quel lato (sfruttando anche la costante spinta di Carvajal).
Un esempio nella slide sopra, dove il Real Madrid sovraccarica a destra con Modric, Vazquez e Carvajal molto larghi, facendo così uscire De Vrij, Young e Bastoni. Alle spalle del difensore olandese, Hazard attacca molto bene lo spazio che si crea, andando poi al tiro.
La fiacchezza dell’Inter è parsa evidente anche in fase di possesso, dove si sono visti con chiarezza tutti i difetti delle ultime settimane. Squadra ferma, poco smarcamento e una sostanziale rinuncia a palleggiare tra le linee: l’unica cosa che i nerazzurri facevano era lanciare dal basso per Lukaku, spesso dalla difesa e senza coinvolgere i mediani nel palleggio.
Rispetto ad altre volte, non c’è stata alcuna preparazione per arrivare a questa giocata e renderla efficace, con i giocatori piatti e statici. Per un Real Madrid piuttosto attendista senza palla, che non alzava molto la linea, era davvero troppo facile leggere queste situazioni. Le punte nerazzurre erano isolate e circondate da giocatori avversari, era quindi estremamente complicato addomesticare i lanci da dietro. I blancos hanno recuperato tanti palloni in mezzo al campo, facendo un’ottima densità centrale.
Come si vede nelle slide sopra, la struttura offensiva dell’Inter è troppo rigida e statica. Le azioni erano estremamente monotone: lento giro palla da un lato all’altro che poi si concludeva per un lancio alla ricerca delle punte, che però erano sovrastate dalle maglie avversarie e schermate dai centrocampisti. Le mezzali nerazzurre erano troppo basse e isolate, con il centro quasi svuotato e.
Scegliendo intelligentemente di abbassare l’altezza del pressing, Zidane ha disinnescato l’unica arma tattica dell’Inter. L’espulsione di Vidal ha poi concluso la partita anzitempo, con i nerazzurri che in inferiorità numerica non sono riusciti ad opporre più alcuna resistenza.
Insomma, al netto dei rapporti tra allenatore e società, l’Inter sembra trovarsi nel classico momento di implosione delle squadre di Conte: un gioco ormai estremamente prevedibile e poco vario, che ripete ossessivamente poche situazioni. Oltre alla monotonia tattica, spicca il basso livello di agonismo offerto dalla squadra, che sembra non credere più in quello che fa. L’Inter ha assolutamente bisogno di una scossa.