Calcionews24
·31 maggio 2025
Italiano: «Restare al Bologna era la mia priorità, il progetto è ambizioso. Ecco cosa ho chiesto alla dirigenza»

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·31 maggio 2025
Vincenzo Italiano ha parlato al Resto del Carlino della sua scelta di rinnovare con il Bologna.
RESTARE AL BOLOGNA – «La mia priorità è sempre stata il Bologna, la priorità era parlare con i dirigenti ed ero convinto che sarebbe andato tutto bene. E’ una questione di valori umani e tecnici. Qui c’è grande voglia di restare su livelli alti, la squadra è forte, sennò non vinci una Coppa Italia. Qui ho conosciuto persone che mi hanno fatto stare bene, da Saputo ai dirigenti, passando per ognuno che lavora a Casteldebole. E poi il rapporto che ho costruito con i ragazzi: questo per me vale tanto».
MOMENTO IN CUI HA DECISO DI RESTARE – «Sì, quando mi sono ritrovato su quel pullman scoperto, alla parata: quella marea rossoblù, un’emozione indescrivibile. Ecco, io avevo già deciso, ma la mia decisione lì si è suggellata. L’affetto della gente, di Bologna, mi ha colpito. Quando c’è da decidere, per me queste cose pesano tanto».
RIPORTARE LA GENTE IN PIAZZA – «Dissi quella frase perché volevo mandare un messaggio al gruppo: avevano fatto qualcosa di storico con la Champions e volevo scuoterli, temevo la pancia piena. Poi la piazza l’abbiamo riempita davvero: quindi diciamo che son stato ‘di parola’. A me è piaciuto tantissimo l’atteggiamento che ha avuto lo stadio. A Roma ci siamo arrivati tutti insieme: i tifosi convinti della spinta che potevano darci e noi con la voglia di ripagarli».
MOMENTO DECISIVO PER LA COPPA ITALIA – «Dopo la gara persa col Milan il venerdì prima. La sfida di San Siro ci ha permesso di fare delle valutazioni: abbiamo tenuto a riposo qualcuno, siamo andati all-in sulla finale».
MESSAGGIO DOPO LA VITTORIA – «Ne ho ricevuti una marea. Uno che mi ha fatto immenso piacere è stato quello di Pirlo. Con Andrea ci conosciamo dal corso per allenatori, ma non siamo amici storici. Però mi ha fatto emozionare. Lui è una persona straordinaria, ha vinto tutto. Ma forse un po’ si è immedesimato in me».
COSA HA CHIESTO ALLA DIRIGENZA – «Non lo devo chiedere io, un Bologna forte. Un Bologna forte lo deve costruire la società, perché questa gente merita di avere una squadra di qualità, che possa arrivare lontano in tutte le competizioni. Perché arrivare in fondo ad aprile e maggio, vuol dire aver lavorato bene. Poi puoi vincere o perdere, ma credo che arrivare in finale sia già un merito. Saremo impegnati su quattro fronti, non si può stabilire prima l’obiettivo. Semmai strada facendo decideremo, come con la Coppa Italia quest’anno. Poi certo, in Europa League dovremo cercare di passare la prima fase. L’Atalanta quante coppe ha vinto? Una. Però poi fa terzo, quarto posto, semifinali, finali. E il livello si alza. Non a caso è una società modello in Italia. Per me, il Bologna non è lontano da quella dimensione».
TRATTENERE I BIG – «Io sono d’accordo con la società quando dice che nessuno è incedibile. In che senso? Nel senso che se dovessero arrivare offerte incredibili, è giusto valutarle. Non sono quell’allenatore che si mette di traverso. Però, è chiaro che se si potesse avere continuità anche con certi elementi, io sarei molto contento. Non penso che si smantelli la squadra: non sarà così, anzi cercheremo di migliorarci».
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