Calcionews24
·1 agosto 2025
Ivan Zazzaroni, attacco frontale: «Ecco perché i nostri giovani sono bruciati! Stadi da terzo mondo, l’80% club in perdita. Gravina, è ora di fare riforme impopolari»

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·1 agosto 2025
Un milione e mezzo di tesserati, di cui 900mila giovani. Un sistema che produce 600mila partite all’anno. Eppure, da questo oceano di numeri, il calcio italiano non riesce a pescare quaranta talenti per la Nazionale. Parte da questo paradosso amaro e feroce l’editoriale di Ivan Zazzaroni sul Corriere dello Sport, intitolato “Gioventù bruciata“. Un’analisi spietata che mette a nudo le falle di un sistema che, nonostante una base enorme, disperde i suoi talenti e vive in uno stato di crisi perenne, tra infrastrutture da terzo mondo e una cronica mancanza di competenza.
Zazzaroni pone una domanda tanto semplice quanto drammatica, che è il cuore del suo atto d’accusa: «Possibile che da 900mila giovani che giocano a calcio non riusciamo a ricavarne una quarantina da Nazionale?». La risposta, secondo il direttore, risiede in una serie di “note dolenti” che affliggono il nostro movimento. Prima fra tutte, la condizione delle infrastrutture, che definisce da «terzo mondo», con «l’età media degli impianti è 56 anni in Serie A e 74 in B». A questo si aggiunge una crisi finanziaria strutturale che ha visto i club professionistici «bruciare 9,3 miliardi» negli ultimi 17 anni, con «l’80% dei bilanci delle squadre professionistiche che si presenta in perdita».
In questo contesto desolante, i giovani che pure si fanno onore con le Nazionali Under, semplicemente spariscono. «Dove finiscono i ragazzi?», si chiede Zazzaroni. «Tre, quattro anni dopo non giocano in A, ma – attenzione – nemmeno all’estero. Non li considerano neanche loro». Il risultato è un sistema che preferisce crescere i talenti stranieri, mentre lo Stato «assorbe risorse dal calcio ma se ne disinteressa». La colpa, secondo l’editoriale, è una «chiara assenza di competenza» ai vertici, un problema che Zazzaroni definisce non solo di prestigio, ma anche di onestà. L’unica speranza, conclude, risiede nella volontà del presidente FIGC, Gabriele Gravina, di introdurre «riforme sostanziali, efficaci, ancorché impopolari», l’unica via per salvare il futuro di una “gioventù bruciata“.