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·19 settembre 2024

Javier Tebas: «Il Barcellona sarà sanzionato per il caso Negreira»

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Il caso Negreira, il vice presidente degli arbitri spagnoli che è stato a libro paga del Barcellona per molti anni, torna a occupare le cronache spagnole dopo che il presidente della Liga, Javier Tebas, ha annunciato: «Il Barça sarà sanzionato per questa vicenda».

Il numero uno del calcio spagnolo è intervenuto nel podcast The Wild Project su YouTube, toccando varie tematiche e sul caso Barça ha aggiunto: «A livello sportivo è ormai prescritto. Sulla base delle informazioni ricevute abbiamo preso l’iniziativa presso la Procura. Riteniamo che la questione debba essere chiarita il più possibile. Facciamo parte del procedimento e abbiamo presentato alcuni documenti per l’indagine. In questo caso non è stato dimostrato che siano stati pagati arbitri, e nemmeno credo che lo sarà».


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«Il Barcellona pagava Negreira perché lui gli vendeva l’idea di poter influenzare le promozioni e retrocessioni degli arbitri – spiega Tebas –. Gli vendeva l’idea che il Barcellona potesse avere maggiore influenza. Questa è corruzione sportiva, ma non a livello di acquisto di partite, ma non sarà possibile provarlo. Non si arriverà a coinvolgere nessun arbitro. Era sbagliato ciò che facevano. Credo che il Barcellona sarà sanzionato, ma non al livello della narrazione che si sta costruendo da Madrid. Non c’è nient’altro. Penso che ci vorrà molto tempo. Ci sarà un processo. Non credo che emergerà che Negreira abbia pagato gli arbitri».

Il rapporto tra Tebas e il Real Madrid di Florentino Perez

Tebas ha parlato anche del rapporto che ha con l’altro grande club spagnolo, il Real Madrid, e il suo presidente Florentino Perez: «Il Real sta sbagliando a non concedere alle nostre telecamere di accedere negli spogliatoi. I tifosi vogliono vedere di più. Basta guardare quanto sono diventati famosi i discorsi di Míchel. Nessuno avrebbe immaginato che fosse così. Abbiamo l’obbligo di mostrarlo ai telespettatori. Non abbiamo inventato nulla, è una copia della NBA. Siamo dei copioni. Nella Premier danno interviste prima della partita, qui non lo fanno. Florentino? Avevo un buon rapporto con lui fino a quando si è arrivati alla vendita centralizzata dei diritti televisivi. Abbiamo negoziato con il governo per due anni. Lì le cose hanno cominciato a complicarsi. Ci siamo allontanati».

«Ho continuato a parlare con lui, ma sotto molta pressione. Ha fatto licenziare dei dirigenti e ha anche avuto le registrazioni, ma grazie alla sua influenza non se ne parla – ha continuato il presidente della Liga –. Florentino esercita molta pressione. Rimuove e nomina direttori di giornali. In questo momento ho una denuncia del Real Madrid al TAD, con cui cercano di indebolirmi. Mi ha anche denunciato all’Audiencia Nacional. Dico quello che penso, e a lui non piace. E sono madridista! È come con la UEFA: voleva che facessero alcune cose, non le hanno fatte, e lui è andato alla Superlega».

Il tradimento di Agnelli a Ceferin per la Superlega

«Dove c’è Florentino, mi preoccupo – ammette Tebas –. Nell’assemblea del Real Madrid ha detto che il club era venuto a salvare il calcio. Questo non è possibile. Alcuni mesi fa i paesi dell’UE hanno firmato un documento contro la Superlega, anche se con altre parole, ma la Spagna non l’ha firmato. Questo spiega la sua influenza. È una questione culturale, ha un modello che nessuno nella Liga vuole. Nel calcio non possono comandare i più ricchi. Il Real Madrid è la locomotiva insieme al Barcellona, ma un’altra cosa è che la competizione debba essere secondo ciò che pensi tu».

A proposito della Superlega, Tebas non sa mezze misure: «Sapevo che sarebbe stata annunciata. Si stava preparando e c’erano documenti già da gennaio. Mi ricordo che il primo aereo partito dopo la tempesta Filomena è stato per andare da Ceferin per questo argomento. Alcune settimane prima volevano annunciarlo a un congresso UEFA».

«Lo dissi a Ceferin e lo avvertii che Agnelli lo avrebbe tradito – racconta Tebas –. Gli dissi che dovevamo preparare una strategia. Si trattava di dire che avrebbero annunciato una Superlega e che l’avremmo vietata. Abbiamo contattato Leghe e Federazioni. Abbiamo detto che avremmo proibito ai giocatori di partecipare alle competizioni. Mi dissero che era vietato, ma non mi importava, bisognava far scoppiare la bolla. Ora mi sembrano momenti divertenti, ma è stato duro. Ho persino pensato che potesse andare avanti. Miguel Ángel Gil (presidente dell’Atletico Madrid, ndr) mi chiamò dicendo che avrebbe firmato con la Superlega. Gli dissero che se non firmava l’Atlético, avrebbero chiamato il Siviglia. Quella tecnica metteva la gente sotto pressione e firmavano. Non è andata avanti perché il tema dei tifosi è stato fondamentale. Attualmente non credo che abbia futuro, ma Florentino non abbandona mai. E dico anche che non perde mai. E se perde, costruisce una narrazione in cui ha vinto».

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