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Emanuele Garbato·29 settembre 2024
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Emanuele Garbato·29 settembre 2024
Inter e Juventus vincono entrambe nel sabato del 6° turno di Serie A portandosi rispettivamente a 11 e 12 punti in classifica, eppure archiviano la pratica proiettandosi verso la Champions League con stati d'animo e sensazioni abbastanza diverse.
Se davanti arrivano 3 gol per ciascuna, con Lautaro Martinez e Dusan Vlahovic autori di doppiette che scacciano ansie e polemiche, gli scenari legati alla fase difensiva sono radicalmente differenti.
La Vecchia Signora, almeno per una notte prima della classe, è imperforabile: sono 540 i minuti senza subire gol e si tratta del record di imbattibilità di inizio campionato della storia della Serie A. La cosa più impressionante, però, trascende il singolo dato.
Di Gregorio e Perin hanno corso pochissimi rischi nel corso delle gare, non ricorrendo mai a parate salva risultato ma solo a interventi che ne hanno evidenziato la grande attenzione e gli ottimi riflessi.
Nonostante una grande varietà di interpreti (Gatti manca da 2 partite, Cabal da 3, Danilo sta tornando) è la struttura complessiva a essere solidissima. La squadra di Thiago Motta è ben messa in campo, riesce a controllare il gioco anche in frangenti in cui non è troppo pericolosa come ad esempio nel primo tempo col Genoa.
Difficoltà ne arriveranno, reti subite anche, ma la rocciosità dei bianconeri è una caratteristica con cui quest'anno tutti in ottica corsa Scudetto dovranno fare i conti. Battere la Juventus sarà difficile.
Nell'errore di uno dei leader tecnici e carismatici della squadra quale Hakan Calhanoglu c'è tutto il momento recente dell'Inter. 6 gol nelle ultime 3 partite, ma soprattutto 5 dopo il fantastico 0-0 ottenuto all'Etihad Stadium contro il Manchester City.
A seguito della sconfitta nel Derby contro l'Udinese è giunto un successo importante, ma le crepe evidenziate la scorsa settimana non sono state certo riparate. Il gol del 2-3 di Lucca che ha generato un finale con molte più ansie di quelle previste e desiderate ha origine da un pallone perso da Calhanoglu che ricorda troppo quello di Mkhitaryan contro il Milan.
Che dire del fatto che invece l'1-1 messo a segno da Kabasele è di nuovo un un colpo di testa sul primo palo libero di marcatura sugli sviluppi di palla inattiva? Il problema più grande della squadra che ha vinto l'ultimo campionato e quest'anno ambisce a ripetersi è la soglia della concentrazione.
Le tante gare ravvicinate e la consapevolezza di aver raggiunto un certo livello stanno togliendo un pizzico di cattiveria agonistica ai nerazzurri. C'è tempo per imprimere una svolta decisa in tal senso, ma Simone Inzaghi dovrà lavorarci.
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