Calcio e Finanza
·7 novembre 2025
Juve, Chiellini: «Conti ok e risultati: obiettivo break-even a bilancio nel 2026/27»

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·7 novembre 2025

«Il mio ruolo in Juventus nasce con l’obiettivo di combinare la parte sportiva e quella istituzionale». Così Giorgio Chiellini, Director of Football Strategy della Juventus, ha aperto il suo intervento durante il Football Business Forum organizzato da SDA Bocconi. «Sto proseguendo il lavoro iniziato da Francesco Calvo, che mi ha introdotto in questo ambiente lo scorso anno. A livello aziendale sto affiancando Federico Comolli nella gestione del club, cercando di unire la mia esperienza da calciatore a una nuova prospettiva dirigenziale».
L’ex capitano bianconero ha chiarito di non essersi mai visto come un allenatore: «Ho sempre sentito più naturale il passaggio a un ruolo gestionale, strategico, anche se credo che la leadership resti la stessa. Quando iniziava una stagione, guardavo ai miei compagni come a 25 aziende diverse: ognuna con i propri obiettivi, i propri interessi. Il compito del leader è far capire che senza unità d’intenti nessuno vince, né la squadra né le singole persone. Ma anche noi, da giocatori, avevamo i nostri “capi”: l’allenatore, la società, la proprietà. È una catena di responsabilità che non si spezza mai».
Sul piano più ampio, Chiellini ha affrontato il tema del gap tra Serie A e Premier League, e della crescente concorrenza rappresentata dalla Champions League stessa. «Oggi la Champions è diventata una competitor diretta dei campionati nazionali. Il calcio è sempre più globalizzato, e questo si rifletterà ancora di più nei diritti TV a partire dal 2027. Non credo che la Serie A possa colmare completamente il divario con la Premier League, ma deve assolutamente migliorare per sopravvivere. L’interesse internazionale verso la Serie A sta calando, e serve una strategia diversa: dobbiamo riportare in Italia i migliori giocatori, perché sono loro che attraggono gli spettatori».
Chiellini ha poi criticato la mancanza di coesione tra i club italiani: «Oggi non c’è un tavolo comune che lavori per la crescita collettiva. Ognuno pensa a sé, e così si perde di vista l’obiettivo comune. Non vogliamo diventare una lega che forma i talenti e poi li vede partire all’estero».
Sul piano degli investimenti, l’ex difensore ha lanciato un monito: «Investire nel calcio è un rischio enorme se manca una visione d’insieme. I club italiani, in confronto, costano poco, ma incontrano difficoltà strutturali enormi. L’esempio di Pallotta a Roma parla chiaro: arrivò con un progetto per costruire lo stadio, ma dopo più di dieci anni siamo ancora fermi. A Milano finalmente c’è un segnale positivo, ma servono istituzioni che aiutino e non ostacolino chi vuole investire. Non possiamo permetterci di perdere queste opportunità per colpa della burocrazia».
Chiellini ha poi spiegato i due obiettivi principali della Juventus: sostenibilità economica e risultati sportivi. «Purtroppo veniamo da bilanci negativi, specialmente negli anni del Covid e in quelli successivi, con la mancata qualificazione in Champions che ha pesato molto. L’obiettivo è arrivare al breakeven entro il 2026-27, puntando su sostenibilità e risultati. Siamo stati pionieri nel progetto delle seconde squadre e ora ne stiamo raccogliendo i frutti, come con Yildiz. È vero, abbiamo dovuto sacrificare alcuni talenti per ragioni di bilancio, ma questo rientra in una strategia più ampia: creare un sistema sostenibile».
Sul fronte UEFA, Chiellini ha confermato la linea della società: «Eravamo consapevoli della procedura sul Fair Play Finanziario. Riceveremo una multa e un nuovo settlement agreement, ma non ci sarà alcun obbligo di operazioni straordinarie. Continueremo sul percorso di sostenibilità iniziato anni fa, e soprattutto abbiamo centrato l’obiettivo di tornare in Champions».
Lo sguardo si è poi spostato sullo stadio e sulle nuove opportunità di ricavi extra sportivi: «All’Allianz Stadium lanceremo diversi eventi: abbiamo iniziato con il rugby e in estate ospiteremo i primi concerti. L’obiettivo è portare nello stadio un numero di eventi molto più alto rispetto alle sole partite. Vogliamo capire davvero cosa desiderano i tifosi e costruire un’offerta che li coinvolga di più».
Chiellini ha sottolineato come l’ampliamento della fan base sia cruciale per la sostenibilità futura: «Aumentare la base dei tifosi significa accrescere l’attrattività per gli sponsor. Stiamo lavorando per rendere l’esperienza allo stadio più completa e interattiva, ma dobbiamo migliorare la raccolta e l’analisi dei dati sui nostri tifosi».
Infine, un confronto con il modello americano: «Negli Stati Uniti il livello si sta alzando, ma il salary cap aiuta a mantenere la competitività. Il movimento non sta esplodendo perché non può attrarre troppe stelle, ma funziona: hanno una media di 20-25mila spettatori, riescono a offrire un prodotto coerente con il loro livello. Per loro lo sport è intrattenimento, un’esperienza paragonabile al teatro o al cinema. E noi dovremmo imparare qualcosa da quella mentalità».









































