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·6 ottobre 2025
Juventus senza svolta, Milan sprecone: “Chiamatelo Thiago… Tudor”. I bianconeri ricordano la Juve di Motta

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·6 ottobre 2025
Le tre vittorie nelle prime tre giornate contro Parma, Genoa e Inter avevano un po’ illuso tutti in casa Juventus ma con il passare del tempo la squadra di Tudor sembra sempre più quella di Thiago Motta e, come l’anno scorso, è stata infettata dal virus della pareggite, riporta la Gazzetta.
La Juventus di Igor Tudor continua a non decollare, confermando i limiti già emersi nelle settimane precedenti.
Contro il Milan di Massimiliano Allegri, i bianconeri portano a casa l’ennesimo punto grigio, utile solo per la classifica: la squadra resta imbattuta, affianca l’Inter e passerà la sosta nelle zone alte, ma le prestazioni continuano a non convincere.
Poche idee e tanti pareggi: la Juve non vince dal 13 settembre
Per Tudor si tratta del quinto pareggio consecutivo in campionato, con la Juve che non trova la vittoria da quasi un mese. Il tecnico croato alterna moduli e uomini – otto formazioni diverse in otto partite – ma la squadra continua a mostrare scarsa identità tattica e poca brillantezza offensiva.
“Chiamiamolo Thiago Tudor: poco gioco, poche certezze, tanti pareggi.”
Un paragone ironico ma calzante: la Juventus di oggi ricorda la prima gestione Motta per la sterilità offensiva e le difficoltà nel costruire occasioni nitide. Senza la fantasia di Yildiz e con un David ancora impreciso sotto porta, i bianconeri faticano a trovare soluzioni. Ancora una volta il migliore in campo è Conceiçao, tolto però troppo presto. E lo Stadium, a fine gara, non ha risparmiato i fischi.
Il Milan cresce ma spreca: Allegri paga gli errori di Pulisic e Leao
Dall’altra parte, Massimiliano Allegri può recriminare. Il suo Milan ha giocato meglio, ha creato di più, ma ha sprecato le occasioni decisive. Pulisic ha fallito un rigore – il quinto errore negli ultimi sette tentativi – mentre Rafael Leao, subentrato nella ripresa, ha divorato due palle gol clamorose.
Il portoghese, apparso ancora lontano dalla forma migliore, rischia di diventare un caso: lentezza nel recupero, poca incisività e difficoltà di adattamento. Meglio Gimenez, sempre più inserito nel sistema e protagonista di un lavoro prezioso per la squadra.
Ancora una volta, il faro rossonero è stato Luka Modric, autore di una partita sontuosa per qualità e intensità: ha creato il rigore, servito l’assist a Leao e guidato ogni azione con lucidità.
Analisi tattica: due filosofie a confronto
La sfida di Torino ha mostrato due approcci opposti. Il primo tempo è stato tattico, quasi soporifero: blocchi bassi, palleggi lenti e pochi rischi. Il Milan si è affidato all’intelligenza di Modric, che ha arretrato tra i difensori per impostare, e alla creatività di Pulisic tra le linee. La Juventus, invece, ha scelto di allargare il campo con i trequartisti larghi, ma senza trovare sbocchi centrali.
Nel secondo tempo, dopo il miracolo di Maignan sulla rovesciata di Gatti, Allegri ha inserito Leao e Loftus-Cheek per dare forza e ritmo. Tudor ha risposto con un 3-5-2 che ha però indebolito la spinta offensiva, sacrificando proprio i più ispirati: Yildiz e Conceiçao. Il risultato è stato un’altra prova spenta e prevedibile, con il Milan che ha sfiorato la vittoria ma non ha concretizzato.