Juventusnews24
·11 dicembre 2025
Juventus, Spalletti verso la transizione al 4-2-3-1: ecco come potrebbe cambiare la formazione. Ruoli e possibili titolari

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La vittoria in Champions League contro il Pafos potrebbe rappresentare uno spartiacque decisivo non solo per la classifica del girone, ma per l’identità tattica della Juventus nel prosieguo della stagione. I tre punti sono arrivati, ma la vera notizia è maturata allo scoccare del 60′ minuto, quando sul risultato di 0-0 Luciano Spalletti ha deciso di sconfessare l’assetto iniziale per tentare il tutto per tutto. La mossa ha visto l’uscita di un mediano puro come Locatelli per l’ingresso di una punta mobile come Openda, sancendo il passaggio dal collaudato 3-4-2-1 a un più offensivo e spregiudicato 4-2-3-1.
I risultati sono stati immediati: nel giro di un quarto d’ora scarso, la Juve ha cambiato marcia, trovando i gol vittoria con McKennie e David. Ma come potrebbe stabilizzarsi questo modulo nel futuro prossimo? La chiave di volta è rappresentata dalla difesa. L’imminente rientro di Gleison Bremer (e a seguire quello di Rugani) offre a Spalletti il tassello mancante per impostare definitivamente una linea a quattro. In questo scenario, il brasiliano tornerebbe a fare il pilastro centrale, affiancato a rotazione da Gatti, Rugani o Kelly, mentre sulle fasce Kalulu e Cambiaso agirebbero da terzini puri, con compiti di spinta ma anche di copertura.
Il domino tattico avrebbe effetti benefici anche dalla metà campo in su. La mediana a due vedrebbe Locatelli e Thuram partire favoriti, ma le gerarchie sono tutt’altro che bloccate. Il ritorno di Bremer in difesa, infatti, libera finalmente Teun Koopmeiners dai compiti di “braccetto” adattato, restituendolo al suo habitat naturale. L’olandese, grazie alla sua duttilità, potrebbe agire sia in mediana che, soprattutto, sulla trequarti. Nel nuovo modulo, il ruolo di rifinitore dietro la punta diventa cruciale: contro il Pafos si è visto Openda in quella posizione, ma anche Koopmeiners, il giovane Adzic o il jolly McKennie (sempre più insostituibile) possono interpretare il ruolo.
Sulle fasce, il 4-2-3-1 esalta le qualità nell’uno contro uno: Kenan Yildiz a sinistra è imprescindibile, mentre a destra Francisco Conceicao sembra aver ormai sorpassato Zhegrova. Il portoghese, devastante da subentrato, si candida a essere una spina nel fianco costante anche dal primo minuto. Infine, il terminale offensivo: Jonathan David. Le “punzecchiature” di Spalletti sono servite e il canadese ha risposto con il gol. Con Vlahovic ai box, è lui l’indiziato numero uno per guidare l’attacco, supportato da una batteria di trequartisti che può garantirgli quei rifornimenti mancati nel vecchio modulo. La rivoluzione è appena iniziata, ma la strada sembra tracciata.









































