Juventus Women, Cantore si confessa: «Strano rivedere Boattin dopo la Juve, ecco l’impatto che ho avuto con gli USA». Le parole dopo un ambientamento graduale | OneFootball

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·27 novembre 2025

Juventus Women, Cantore si confessa: «Strano rivedere Boattin dopo la Juve, ecco l’impatto che ho avuto con gli USA». Le parole dopo un ambientamento graduale

Immagine dell'articolo:Juventus Women, Cantore si confessa: «Strano rivedere Boattin dopo la Juve, ecco l’impatto che ho avuto con gli USA». Le parole dopo un ambientamento graduale

Juventus Women, Cantore: il calcio negli USA è meno tattico ma più fisico. L’attaccante si sente felice, ma la sua velocità si dimezza

Sofia Cantore, ex attaccante della Juventus Women, ha raccontato la sua nuova vita negli Stati Uniti in una lunga intervista a Vivo Azzurro. Il trasferimento al Washington Spirit è stato un turbine di emozioni. Dopo una sola settimana per riprendersi dall’Europeo, all’inizio si sentiva spaesata, quasi di essere in vacanza.

L’impatto con il campionato americano è stato intenso. La lega è definita un calcio più fisico, con tanti spazi, e meno tattico, in contrasto con l’Italia. Cantore ha ammesso di aver faticato fisicamente all’inizio, dato che i ritmi sono altissimi. Ha trovato una squadra forte e compagne bravissime, rendendo l’adattamento naturale.


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Juventus Women, Cantore e la nostalgia dell’Italia

Ciò che l’ha colpita è il rapporto con la tifoseria. La sua routine è arrivata solo dopo qualche mese. L’attaccante si allena, poi è libera, spesso vedendo il fratello, che non ha mai giocato a calcio, ma che ora non si è perso una partita.

La presenza di un’altra italiana in campionato l’ha aiutata: Lisa Boattin. All’inizio ci sentivamo spesso, siamo entrambe contente dell’esperienza. È stato strano rivederla da avversaria dopo la Juve.

PAROLE – «Avevo una settimana per prepararmi dopo l’Europeo. Arrivata lì mi sentivo spaesata, provata dalle emozioni. Mi sembrava quasi di essere in vacanza, poi tra mille cose da fare non realizzavo. Il primo pensiero è stato: ‘Oddio, l’ho fatto davvero’. Era come l’avevo immaginato? Sì. Sapevo che sarebbe stata un’esperienza che mi avrebbe riempita. E mi sento piena, felice. È un’esperienza a tuttotondo. È un calcio più fisico, con tanti spazi. Meno tattico: in Italia siamo i tattici per eccellenza. All’inizio faticavo fisicamente, i ritmi sono altissimi. Ho trovato una squadra forte, compagne bravissime. L’adattamento è stato naturale. Ti senti parte di una comunità. Nei playoff sentivo davvero la vicinanza dei tifosi di Washington. La mattina mi alleno, poi sono libera. Spesso vado con le compagne o dal mio fratello. Non ha mai giocato a calcio, io ero la sportiva e lui lo studioso. Ma da quando sono qui non si è perso una partita. Se non avevo voglia di cucinare guidavo un’ora per mangiare un buon piatto di pasta da lui. La mia qualità è la velocità… qui si dimezza! Mi ricordo una partita in cui dopo tanti contrasti pensai: ‘Benvenuta in NWSL’. I difensori ti attaccano subito e sono molto forti fisicamente. Lo staff spagnolo mi chiede spesso di essere più furba. È bello che ci sia Boattin. All’inizio ci sentivamo spesso, siamo entrambe contente dell’esperienza. È stato strano rivederla da avversaria dopo la Juve».

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