Kolo Muani Juve: la trattativa si è bloccata su questo braccio di ferro. La settimana prossima può essere importante, ecco perché | OneFootball

Kolo Muani Juve: la trattativa per riportare il francese a Torino si è bloccata su questo braccio di ferro. Settimana prossima decisiva, ecco perché

Il calciomercato Juve non molla la presa su Randal Kolo Muani. Nonostante una trattativa che si protrae da settimane, con posizioni ancora distanti, la dirigenza bianconera continua a lavorare per trovare un’intesa con il Paris Saint-Germain e confermare in rosa l’attaccante francese. Come riportato dall’esperto di mercato Fabrizio Romano, i colloqui tra i due club restano attivi e un nuovo round di negoziati è in programma per la prossima settimana.

Il punto centrale che ancora blocca la fumata bianca è la formula del trasferimento. La Vecchia Signora, pur riconoscendo il valore di Randal Kolo Muani, punta a un’operazione sostenibile. La proposta della Signora è quella di un prestito, magari oneroso, con l’inserimento di un obbligo di riscatto condizionato a determinati obiettivi sportivi.

Questa soluzione, però, si scontra con la volontà del PSG. Il club parigino, forte di una grande solidità economica, preferirebbe una cessione a titolo definitivo per monetizzare subito e in modo garantito dal cartellino del giocatore. È su questo “braccio di ferro” che la trattativa si è arenata.

La volontà del giocatore è la chiave: si cerca il compromesso

A tenere viva la speranza per i bianconeri è la ferma volontà del giocatore. Kolo Muani ha espresso a più riprese il desiderio di rimanere a Torino, dove si è trovato benissimo ed è diventato un elemento centrale nel progetto tecnico di Igor Tudor.

La Juventus farà leva proprio su questo aspetto nel nuovo incontro previsto per la prossima settimana. L’obiettivo è quello di trovare finalmente un punto d’incontro, una formula di compromesso che possa accontentare le esigenze di tutti. La trattativa è difficile, ma la dirigenza della Continassa è determinata a non lasciar partire uno dei suoi nuovi leader offensivi.