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·7 settembre 2025

Konè, Wesley ed El Aynaoui: campioni in nazionale, assenti in Champions

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Pagine Romaniste (S.Fabbretti) – I calciatori giallorossi, quando indossano la maglia della loro nazionale, danno il meglio del loro talento. Il caso più recente è quello di Manu Koné, il centrocampista che ha incantato la Francia nella vittoria per 2-0 contro l’Ucraina. SoFoot gli ha dato un 8 in pagella, secondo solo a Tchouaméni. I tifosi transalpini non hanno esitato a definirlo uno dei migliori centrocampisti d’Europa.

Non è da meno Wesley, il terzino destro che nella vittoria per 3-0 del Brasile sul Cile è stato una presenza costante e solida. I media lo hanno soprannominato “la nuova arma letale di Gasp”, a dimostrazione della sua performance tecnica e tattica. I suoi numeri sono così impressionanti che Ancelotti potrebbe sognare di averlo già per il Mondiale.


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A sorpresa, è arrivata anche la prima convocazione ufficiale con il Marocco per Neil El Aynaoui, giocatore che con Gasperini si sta prendendo gradualmente il centrocampo insieme a Koné. Il suo nome, intanto, comincia già a circolare in vista della Coppa d’Africa, in programma proprio in Marocco a dicembre.

C’è un paradosso che tormenta i giallorossi. I suoi giocatori, quando escono dall’ombra del Colosseo e indossano i colori della loro nazione, si trasformano in veri e propri leader. Brillano, dominano e conquistano. Ma al loro ritorno, questa magia sembra svanire. La loro crescita individuale non si traduce in un successo collettivo. È una storia che si ripete da anni: talento puro che fatica a trovare la sua espressione più alta nel club.

Campioni in nazionale, ma Champions non pervenuta. Cosa succede?

Questo divario è la causa principale della perenne assenza della Roma dalla Champions League. Nonostante le grandi promesse e le prestazioni stellari dei singoli, la squadra non riesce a trovare la continuità e la coesione necessarie per competere ai massimi livelli del calcio europeo. Il sogno dei tifosi si infrange ogni anno contro questa amara realtà.

La vera sfida ora per il club dei Friedkin non è più trovare i campioni, ma dare un seguito positivo a queste prestazioni con la maglia giallorossa. Solo allora la squadra potrà finalmente spezzare questa maledizione e tornare a competere nella competizione dei più forti, la Champions League.

Il Sogno di un futuro in Champions: si chiama Gasperini?

Mentre i singoli talenti giallorossi brillano a livello internazionale, la domanda che tormenta i tifosi rimane sempre la stessa: come può la Roma trasformare questo potenziale in successi concreti? La risposta potrebbe non risiedere solo nei piedi dei giocatori, ma nella mente di chi li guida. Il nome che da tempo circola nell’aria, e che si adatta perfettamente a questa narrazione, è quello di Gian Piero Gasperini.

Proprio come il talento di Wesley, soprannominato “la nuova arma letale di Gasp”, il mister ha dimostrato negli anni di poter fare ciò che alla Roma sembra impossibile: portare una squadra a competere costantemente in Champions League e vincere un trofeo europeo come l’Europa League. L’Atalanta, sotto la sua guida, è diventata un modello di gestione e un esempio di come un gruppo coeso e una strategia chiara possano superare le singole individualità.

Se la Roma vuole davvero spezzare la maledizione che la tiene lontana dalla massima competizione europea, forse la soluzione non è cercare il prossimo fuoriclasse, ma il tecnico che sappia unire i talenti già presenti in una squadra. E chissà, magari Gasperini, dopo aver fatto sognare la sua Atalanta, potrebbe essere l’uomo giusto per accendere la scintilla del successo anche nella Capitale.

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