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·14 maggio 2025

La Sampdoria in Serie C: i nodi dal bilancio all’accordo sui debiti (ora da rivedere) col Tribunale

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Il dramma sportivo alla fine si è verificato: la Sampdoria è ufficialmente in Serie C per la prima volta della sua storia.

Il pareggio in casa della Juve Stabia non è bastato infatti alla squadra blucerchiata per evitare la retrocessione diretta, senza nemmeno riuscire a passare dall’ultimo appiglio rappresentato dai playout. E ora la situazione in casa Sampdoria, anche da un punto di vista economico, non è decisamente delle migliori, considerando anche quanto successo negli ultimi anni: nei fatti un flop sportivo a 360° gradi che nella stagione 2024/25 ha visto la retrocessione anche della squadra Primavera e il forte rischio retrocessione della squadra femminile. Un contesto in cui anche le scelte della dirigenza hanno avuto un impatto: dalla scelta di Andrea Pirlo come tecnico, rinnegata dopo tre giornate, fino agli altri cambi in panchina (con gli arrivi di Andrea Sottil, Leonardo Semplici e Alberico Evani) per concludere l’anno con la speranza del miracolo firmato Evani e Attilio Lombardo, passando anche dalle scelte di mercato con la rivoluzione di gennaio che non ha dato i suoi frutti.


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Sampdoria in Serie C, il tema bilancio

Riavvolgendo il nastro agli anni scorsi, il caos seguito all’arresto di Massimo Ferrero nel dicembre 2021, è proseguito con un periodo travagliato che parve terminato con il passaggio del club nelle mani di Matteo Manfredi (inizialmente con il supporto di Andrea Radrizzani) nel maggio 2023.

Il passo successivo è stato quello dell’ingresso nell’azionariato di Joseph Tey, manager di Singapore che è diventato nel frattempo l’azionista di maggioranza.

Nello specifico l’ultimo bilancio al 31 dicembre 2024 si è chiuso con una perdita di 40,6 milioni di euro, un rosso in aumento di oltre 10,7 milioni rispetto alla perdita registrata nell’esercizio 2023 in cui tuttavia c’era stato l’effetto positivo degli accordi di ristrutturazione con i creditori omologati da parte del Tribunale di Genova pari a oltre 55 milioni di euro.

Proprio per questo è stato necessario l’intervento della proprietà, in particolare di Tey. Sono infatti stati versati dagli azionisti e in particolare dall’azionista di Singapore:

  • una ricapitalizzazione per 32 milioni di euro;
  • versamento di 20 milioni di euro per il prestito obbligazionario convertibile;
  • finanziamenti soci per 38 milioni di euro;
  • ulteriori 15 milioni, attesi entro giugno;
  • Totale: 105 milioni di euro.

L’accordo sui debiti con il Tribunale

Ma, soprattutto, sul futuro della Sampdoria pende l’accordo di ristrutturazione dei debiti omologato dal Tribunale di Genova nell’ottobre 2013. Un accordo che ha permesso alla società di respirare, stralciando circa 80 milioni di debiti tra finanziari, tributari e verso agenti che si sono trasformati in un debito complessivo di circa 30 milioni, alcuni dei quali pagabili fino al 2043.

Ora, però, la retrocessione in Serie C rischia di complicare il progetto di risanamento del club, che come spiegato dalla stessa Sampdoria nel 2023 aveva come termine la fine della stagione sportiva 2025/2026.

Nel piano, firmato dal Dottore Commercialista e Revisore Legale Cristiano Cerchiai, tra le assunzioni c’erano in particolare:

  • un’azione di risanamento sino al 30 giugno 2026;
  • il ritorno in Serie A al termine della stagione 2023/24, con permanenza nella stessa nelle stagioni successive;
  • un aumento dei ricavi da matchday e commerciali;
  • una riduzione dei costi;
  • plusvalenze per 56 milioni complessive nei quattri anni del piano (di cui 17 milioni nel 2024/25 e 14,6 milioni nel 2025/26);

Le azioni sopracitate avrebbero dovuto portare ad un risultato netto a bilancio negativo 1,5 milioni nel bilancio al 31 dicembre 2024 e un utile di 1,6 milioni al 31 dicembre 2025.

Inoltre, il piano della società prevedeva anche due simulazioni legati alle seguenti variazioni:

  1. il ritorno in Serie A al termine della stagione 2024/25;
  2. la riduzione del 50% dei ricavi da player trading.

Per entrambi gli scenari è stato ritenuto che “le azioni di risanamento previste nell’ambito del Piano siano comunque in grado di consentire alla Società di mantenere un sostanziale equilibrio economico finanziario”. Nel piano, inoltre, era previsto che in caso di liquidazione giudiziale, gli unici proventi rimasti, pari a 17 milioni, avrebbero potuto garantire il pagamento solo dei debiti verso il personale.

Tuttavia, la retrocessione in Serie C va esattamente all’opposto di quelle che erano le previsioni, già da rivedere considerando i risultati economici dell’ultimo bilancio. Presumibilmente quindi la società dovrà rivedere il piano e continuare a mantenere effettivo l’accordo con il Tribunale di Genova, continuando nel frattempo a saldare tutte le scadenze (cosa che ad esempio non aveva fatto la Reggina, altro club che aveva chiesto di accedere all’accordo per lo stralcio dei debiti col Tribunale, senza pagare però 757mila euro entro le scadenze previste e senza ottenere l’omologa dal Tribunale visto il mancato accordo con almeno il 60% dei creditori, situazione che poi portò al fallimento del club calabrese). Lo stesso club, nelle ultime settimane, aveva fatto sapere che i soldi immessi dagli investitori per risanare la Sampdoria oltrepassano di gran lunga quelli previsti dal Tribunale per la sostenibilità del Piano stesso. Resta da vedere tuttavia quale sarà l’opinione dello stesso Tribunale, visti i potenziali impatti della retrocessione: servirà una ulteriore dimostrazione di solidità da parte della proprietà, oltre ad una nuova pronuncia positiva sul nuovo piano. Altrimenti il rischio fallimento potrebbe essere davvero dietro l’angolo.

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