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·15 settembre 2024

La sfida della NFL al calcio: i soldi dal private equity per il dominio dell’audience a livello mondiale

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La National Football League (NFL), il campionato statunitense di football americano, che ha appena preso il via, è di gran lunga la lega sportiva che produce la maggior quantità di ricavi nel mondo. Almeno secondo la classifica sulla stagione 2023/24 pubblicata dalla società di consulenza Sports Value:

  • NFL (football americano, USA) : 19,2 miliardi di dollari
  • MLB (baseball, USA) : 11,6 miliardi di dollari
  • NBA (basket, USA) : 10,6 miliardi di dollari
  • Premier League (calcio, Inghilterra) : 7,6 miliardi di dollari
  • NHL (hockey, USA) : 6,4 miliardi di dollari
  • Bundesliga (calcio, Germania) : 4,1 miliardi di dollari
  • La Liga (calcio, Spagna) : 3,8 miliardi di dollari
  • Serie A (calcio, Italia) : 3,2 miliardi di dollari
  • Ligue1 (calcio, Francia) : 2,6 miliardi di dollari
  • MLS (calcio, USA) : 2 miliardi di dollari
  • UFC (arti marziali miste) : 1,3 miliardi di dollari

La graduatoria mostra non solo come la NFL produca entrate per quasi il doppio dei suoi immediati inseguitori (MLB e NBA), ma anche che ne fatturi quasi il triplo di quella che nel calcio è considerato un esempio inarrivabile, la Premier League inglese. A conferma, se mai ce ne fosse la necessità, che lo sport statunitense, quando si parla di business, è di un altro pianeta.


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D’altronde gli americani, che ovviamente possono sfruttare la più grande economia al mondo, sono da sempre maestri nell’estrarre il maggior valore possibile dall’entertainment, sia esso sportivo o no. In particolare non avendo mai paura di utilizzare tutti i canali a disposizione dai più classici a più moderni. Tra questi per esempio c’è il monitoraggio e l’analisi svolta da esperti su quanto e come le notizie su un determinato sport vengano pubblicate e commentate, sia sulla stampa che sui social network.

E proprio su tale punto questo appuntamento settimanale può anticipare che a inizio settimana Calcio e Finanza annuncerà un nuovo prodotto specifico in collaborazione con partner di primissimo piano nel settore editoriale e della comunicazione.

Il primato della NFL: per i club è impossibile essere in rosso

Entrando invece nello specifico della NFL, va notato in primo luogo che il primato della lega USA di football nei confronti degli altri sport è ancora più evidente considerando due elementi, uno temporale e uno economico. Il primo è che questo campionato dispone di una stagione molto breve visto che la stagione regolare va da settembre a gennaio e solo le quattordici che si qualificano ai play-off possono proseguire sino al Super Bowl che si disputa solitamente a febbraio.

In seconda istanza che, nonostante questo arco di tempo limitato, nella lega USA di football è praticamente impossibile terminare la stagione in perdita, visto che il modello di business rende quasi impossibile per le 32 franchigie mandare in rosso i conti. Per capirlo, basta guardare alle cifre del 2023. Ciascuna delle squadre della NFL ha ricevuto poco più di 400 milioni di dollari di ricavi centralizzati: si tratta, dei ricavi provenienti da diritti tv nazionali e dalle sponsorizzazioni della lega oltre ai ricavi condivisi e le royalties dalle varie affiliate e sussidiarie della lega. Queste complessivamente valgono circa 13 miliardi di dollari e quindi in base alla distribuzione paritetica tra società, ogni squadra ha ricevuto oltre 406 milioni di dollari prima di vendere un singolo biglietto, una pinta di birra o una sponsorizzazione locale.

Per altro sono cifre che secondo le stime, potranno ancora crescere nei prossimi anni, considerando l’aumento del 115% ottenuto nell’ultimo decennio che dovrebbe proseguire con lo stesso passo nella prossima decade, raggiungendo la cifra di 800 milioni di dollari per squadra. Non solo, ma i costi legati ai giocatori sono fissi, perché determinati da un tetto salariale rigido (non superabile quindi, a differenza ad esempio di quanto accade in NBA). Per esempio nella scorsa stagione la cifra massima per gli stipendi era fissata a 225 milioni di dollari, poco più della metà di quanto ciascuna franchigia incassa dalla lega. Il risultato è che ogni squadra della NFL è estremamente redditizia e il valore medio di una compagine ha raggiunto i 5,93 miliardi di dollari secondo i dati di Sportico. Visto che il valore complessivo delle 32 franchigie della lega è di 190 miliardi di dollari.

In questa classifica i Dallas Cowboys sono al comando (valgono 10,32 miliardi di dollari, con un aumento del 12% rispetto al 2023) davanti ai Los Angeles Rams (7,79 miliardi di dollari) e i New York Giants con un valore di 7,65 miliardi di dollari. La graduatoria dei valori delle 32 squadre nello specifico è la seguente:

  • Dallas Cowboys, 10,3 miliardi di dollari
  • Los Angeles Rams, 7,8 miliardi di dollari
  • New York Giants, 7,7 miliardi di dollari
  • New England Patriots, 7,3 miliardi di dollari
  • San Francisco 49ers, 6,9 miliardi di dollari
  • New York Jets, 6,8 miliardi di dollari
  • Miami Dolphins, 6,8 miliardi di dollari
  • Philadelphia Eagles, 6,8 miliardi di dollari
  • Las Vegas Raiders, 6,7 miliardi di dollari
  • Washington Commanders, 6,3 miliardi di dollari
  • Chicago Bears, 6,3 miliardi di dollari
  • Houston Texans, 6,0 miliardi di dollari
  • Atlanta Falcons, 5,9 miliardi di dollari
  • Seattle Seahawks, 5,6 miliardi di dollari
  • Pittsburgh Steelers, 5,6 miliardi di dollari
  • Tampa Bay Buccaneers, 5,5 miliardi di dollari
  • Denver Broncos, 5,5 miliardi di dollari
  • Kansas City Chiefs, 5,4 miliardi di dollari
  • Green Bay Packers, 5,4 miliardi di dollari
  • Minnesota Vikings, 5,3 miliardi di dollari
  • Tennessee Titans, 5,3 miliardi di dollari
  • Los Angeles Chargers, 5,2 miliardi di dollari
  • Cleveland Browns, 5,1 miliardi di dollari
  • Carolina Panthers, 5,1 miliardi di dollari
  • Baltimore Ravens, 5,1 miliardi di dollari
  • Buffalo Bills, 5,1 miliardi di dollari
  • Indianapolis Colts, 5,0 miliardi di dollari
  • Detroit Lions, 4,9 miliardi di dollari
  • Arizona Cardinals, 4,9 miliardi di dollari
  • New Orleans Saints, 4,8 miliardi di dollari
  • Jacksonville Jaguars, 4,8 miliardi di dollari
  • Cincinnati Bengals, 4,7 miliardi di dollari

L’ultima svolta: l’apertura ai fondi di private equity

Non contenta di questa primazia economica, la NFL ha iniziato la stagione 2024/25 con una svolta epocale approvando una norma che permette ai fondi di private equity di acquistare partecipazioni minoritarie nelle franchigie della lega. La decisione non sorprendentemente ha riscontrato un grande consenso nella lega (la mozione è passata con 31 voti favorevoli su 32 e la sola opposizione dei Cincinnati Bengals) e proietta la NFL, l’ultima delle grandi leghe sportive statunitensi ad aprire le porte agli investitori istituzionali, in una nuova era consentendo ai proprietari di ottenere risorse da investire in modo più agevole.

Nei fatti è come se il leader di una corsa, quella per il dominio delle maggiori risorse nel mondo dello sport, abbia avuto accesso a nuovo denaro e con questo punta a dare il la a una accelerata nei confronti degli altri sport. Visti i conti economici in salutre delle squadre non sorprende l’interesse da parte dei fondi sia già notevole e tra i gruppi pronti a entrare figurano player di prim’ordine del private equity quali Arctos Partners, Ares Management, Sixth Street e un consorzio guidato da Ludis Capital, che include nomi come Blackstone, Carlyle Group, la lussemburghese CVC e Dynasty Equity.

In questo quadro va tenuto presente che secondo la nuova normativa, ogni investimento in una squadra NFL dovrà essere mantenuto per un minimo di sei anni, e i fondi partecipanti avranno un limite massimo di sei squadre in cui investire. Inoltre dovranno avere almeno 2 miliardi di dollari in capitale impegnato, senza che una squadra rappresenti più del 20% del portafoglio di un singolo fondo.

La cosa più importante però è che le squadre NFL potranno vendere solo tra il 3% e il 10% del capitale. In pratica come se la lega si preservasse ancora margine per un ulteriore incremento nelle cessione delle quote. E quindi per una nuova immissione di capitale se una ulteriore accelerata diventasse necessaria.

La prossima sfida: allargare il dominio al resto del mondo

In questo quadro c’è da capire il perché l’accelerata sia stata data proprio in questo momento, visto che il vantaggio verso le altre leghe USA (che già avevano introdotto questa norma) era comunque significativo. L’idea secondo alcuni osservatori è che la NFL stia scaldando i motori per uscire dai propri confini nazionali e puntare a sfidare gli sport diffusi a livello planetario, primo tra tutti il calcio, nella enorme torta dell’audience mondiale degli appassionati di sport. Al momento, pur essendo la lega con più soldi al mondo, la NFL è nei fatti è uno sport confinato all’interno degli Stati Uniti, ben di più di quanto non siano gli altri grandi sport made in USA: il baseball è molto praticato a Cuba e in Estremo Oriente, l’hockey diffuso praticamente in tutto l’emisfero settentrionale e il basket giocato nel mondo intero. Per non parlare di quelle discipline di derivazione inglese.

L’intendimento strategico della NFL è dunque quello di esportare il gioco al di fuori del Nord America. E i segnali sono evidenti. Una delle partite della giornata inaugurale di questa stagione (Philadelphia Eagles contro Green Bay Packers) è stata giocata a San Paolo del Brasile in quella che è stata la prima partita della NFL in America Latina. E in Europa ormai da anni vengono ospitati altri match del campionato USA. Quest’anno si giocheranno a Londra (due gare allo stadio del Tottenham e una a Wembley) e a Monaco di Baviera, prima di sbarcare l’anno prossimo anche al Santiago Bernabeu di Madrid, e sono partite che solitamente fanno segnare il tutto esaurito in ogni stadio. A conferma che anche la di fuori degli States non manca l’interesse per la NFL.

D’altronde da anni a Londra e anche in Germania si ipotizza la fondazione di una franchigia che possa partecipare al campionato NFL ma sinora i problemi logistici hanno sempre stoppato questa idea. Però, se fisicamente è ancora complicato avere una squadra basata al di fuori degli USA che giochi abitualmente nella NFL, è anche vero che le nuove tecnologie consentono alla lega di aumentare il numero di appassionati in tutto il mondo. E questo incrementa le possibilità di scalata alle gerarchie mondiale degli sport più seguiti.

In questo contesto il calcio, che vanta la palma di sport più seguito al mondo, non può non tenere conto di questa offensiva e probabilmente non è nemmeno un caso che il Mondiale per Club 2025 e quello per nazionali nel 2026 si svolgeranno negli Stati Uniti, come una risposta alla NFL e alla sue ambizioni per la conquista della audience planetaria.

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