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·1 dicembre 2025

La UEFA alla FIFA: indennizzi e giustizia, così deve cambiare il mercato dopo il caso Diarra

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La riforma del sistema dei trasferimenti entra davvero nel vivo. A Bruxelles, nel quadro del Comitato per il Dialogo Sociale dell’UE dedicato al calcio professionistico, UEFA, leghe, club e sindacato dei calciatori (FIFPro) hanno approvato una risoluzione che segna il punto di partenza della futura regolamentazione internazionale. È un passaggio politico rilevante: per la prima volta i principali attori del calcio europeo hanno deciso di fissare congiuntamente i principi che dovranno guidare la revisione del Regolamento FIFA sullo Status e sul Trasferimento dei Calciatori.

Nuovo regolamento calciomercato – Dopo il caso Diarra, si cambia

La spinta al cambiamento arriva dalla celebre sentenza Diarra (ex centrocampista francese, con un passato nel Real Madrid e nel Lione), con cui la Corte di Giustizia dell’Unione europea ha messo in discussione alcuni cardini del sistema in relazione alla risoluzione del contratto senza giusta causa, obbligando la FIFA a introdurre un quadro provvisorio in attesa di una riforma strutturale.


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Ma l’Europa non si limita a reagire. Trasforma la crisi normativa in un’occasione per rilanciare un modello più solido, compatibile con il diritto comunitario e più adatto alla realtà del mercato, in cui il Vecchio Continente genera quasi il 90% dei trasferimenti mondiali (un dato sul quale la UEFA fa leva per sottolineare la sua posizione di forza).

Nuovo regolamento calciomercato – Indennizzi e minori

Il documento mette sul tavolo innanzitutto l’importanza della stabilità contrattuale. In un settore caratterizzato da investimenti crescenti e cicli sportivi sempre più brevi, i club devono poter pianificare sapendo che un contratto ha valore e durata certi, mentre i giocatori devono muoversi in un contesto trasparente, che tuteli il loro diritto alla mobilità senza scardinare il sistema. Per questo motivo vengono ribaditi concetti come la necessità di sanzioni sportive proporzionate in caso di risoluzione senza giusta causa e il ruolo del “periodo protetto”, considerato un elemento essenziale per garantire ordine e integrità delle competizioni.

Allo stesso tempo i firmatari hanno aperto a strumenti moderni e più prevedibili, come le clausole di indennizzo predeterminato per stabilire la compensazione finanziaria dovuta in caso di risoluzione senza giusta causa, purché applicate in modo equo e non abusivo. Non si tratta di una vera e propria rivoluzione, ma un modo per portare maggior chiarezza in un terreno spesso dominato da interpretazioni contrastanti. Più prudente invece la posizione su possibili algoritmi per il calcolo delle compensazioni: una soluzione che rischierebbe di creare distorsioni e che, se mai dovesse essere presa in considerazione, richiederebbe un processo negoziale rigoroso.

Un altro fronte centrale riguarda la funzione redistributiva del mercato dei trasferimenti. Premi di formazione e meccanismi di solidarietà, che rappresentano uno dei pilastri della piramide calcistica europea, non vengono più ritenuti adeguati ai costi sostenuti dai club formatori. La risoluzione auspica un aggiornamento degli importi – fermi al 2001 – e una revisione complessiva per ridurre contenziosi, rendere le procedure più snelle e incentivare modelli sostenibili di sviluppo dei vivai. Il tema diventa ancora più delicato quando si parla di minori: qui il documento invita a trovare un equilibrio tra tutela dei giovani, percorso professionale e capacità dei club di investire nella crescita dei talenti.

Nuovo regolamento calciomercato – La giustizia sportiva

Sul piano della giustizia sportiva, la risoluzione dà grande importanza al rafforzamento delle Camere Nazionali di Risoluzione delle Controversie. L’obiettivo è quello di garantire decisioni rapide, indipendenti e coerenti con i principi FIFA e con il diritto dell’Unione europea, riducendo il ricorso agli organi internazionali e offrendo a club e giocatori un sistema più accessibile.

Non manca un passaggio politico sul ruolo dell’Ue. La Commissione e il Parlamento vengono indicati come attori essenziali nel promuovere un quadro stabile e giuridicamente sicuro. Non si tratta di sostituire la FIFA, ma di accompagnarne il processo riformatore con una cornice continentale coerente e legittimata. In questo senso, la risoluzione di Bruxelles nasce per diventare la base europea delle future norme globali sui trasferimenti.

Con questo documento, la UEFA e l’Europa non vogliono riscrivere subito le regole del mercato, ma stabilire la direzione in cui dovrà muoversi la FIFA. Una direzione che punta a un sistema più equilibrato: più chiaro nei contratti, più equo nella distribuzione delle risorse, più tutelante per giocatori e club, più aderente al diritto dell’Unione. Il mondo del calcio attende ora la prossima mossa della FIFA. Ma la rotta, almeno sul fronte europeo, è stata tracciata con decisione.

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