Calcionews24
·19 ottobre 2024
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Leao escluso da Fonseca nell’undici di partenza che opporrà il Milan all’Udinese. Il provvedimento naturalmente fa discutere. Ne parla Fabio Capello, opinionista de La Gazzetta dello Sport, ex allenatore che in carriera ha affrontato casi anche più spinosi di quello del portoghese. Ecco la sua intervista al quotidiano.
FONSECA DURO – «Dopo il ko di Firenze, in molti avevano rimproverato all’allenatore rossonero proprio il peccare di autorevolezza. E sinceramente, vedendo il caos sui rigori, il dubbio era legittimo. Ecco, la conferenza stampa di ieri è un segnale in questo senso: ora basta, io sono il tecnico e prendo le decisioni, i calciatori si adeguino. E non pensate che Fonseca sia andato in conferenza a fare lo show tanto per fare, sono sicuro che prima aveva usato parole altrettanto dure all’interno dello spogliatoio».
LEAO IN PANCHINA – «Se Fonseca ritiene che sia un bene per il Milan, è giusto che prenda anche decisioni forti come tenere fuori uno dei giocatori più importanti della squadra. Non so se lo faccia per motivi comportamentali, se non abbia digerito certe frasi di Leao in nazionale o semplicemente per ragioni tecnico-tattiche o turnover, ma è comunque legittimo. Anzi, io credo che Paulo meriti a priori un bravo per il coraggio».
LA REAZIONE DI RAFA – «A questi livelli i giocatori devono essere capaci di recepire i messaggi dell’allenatore e reagire in modo positivo. Io mi aspetto, però, che siano anche i compagni di squadra a spiegare a Leao cosa va e cosa non va, come può migliorare, soprattutto in certi atteggiamenti un po’ così».
CHUKWUEZE TITOLARE, PULISIC TREQUARTISTA – «Sicuramente prende scelte coraggiose, poi sarà il campo a dire se aveva ragione o meno. Il discorso è sempre quello: un tecnico deve seguire le sue idee, anche se qualcuno da fuori non le capisce o condivide».