Legrottaglie: «Bisogna guardare il cuore dei giocatori, non il look. Ho avuto tante donne, poi la Bibbia mi ha fatto svoltare. Alla Juve mi trovavo bene con questi compagni» | OneFootball

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·24 marzo 2025

Legrottaglie: «Bisogna guardare il cuore dei giocatori, non il look. Ho avuto tante donne, poi la Bibbia mi ha fatto svoltare. Alla Juve mi trovavo bene con questi compagni»

Immagine dell'articolo:Legrottaglie: «Bisogna guardare il cuore dei giocatori, non il look. Ho avuto tante donne, poi la Bibbia mi ha fatto svoltare. Alla Juve mi trovavo bene con questi compagni»

Le parole di Nicola Legrottaglie, ex difensore della Juve, sui suoi look sopra le righe, la fede religiosa e gli anni in bianconero

Molti ricordano Nicola Legrottaglie soprattutto per l’esperienza da centrale di difesa alla Juventus, tra presentazione in infradito e crescita negli anni con Ranieri. Il suo impegno religioso fece discutere molto alla sua epoca. Oggi si racconta a La Gazetta dello Sport.

IL LOOK – «Nella mia esperienza alla Sampdoria, ho sempre cercato di guardare al cuore dei giocatori. Non al look. Quello in giacca e cravatta magari si presenta meglio, ma se poi è uno spacca spogliatoi… L’apparenza inganna. Ed essere bellocci spesso è penalizzante nel calcio».


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HA MAI PERSO LA TESTA PER UNA RAGAZZA DELLA TV – «No, però non mi sono fatto mancare nulla. E senza faticare. Quando sei calciatore, è tutto semplice. Vivi in un limbo e si perde anche il gusto della conquista. Sono stato troppo egoista nei rapporti con alcune ragazze e mi sono pentito, ma per fortuna a 28 anni ho capito che non era quello il senso della vita. Mi ha aiutato la Bibbia a svoltare».

UN PRETE IN CAMPO – «Qualche attaccante me lo diceva in area pensando di infastidirmi. E quando ho iniziato ad allenare me lo sono sentito urlare più volte dalle panchine avversarie. “Stai zitto, prete!”».

LA FEDE NEL CALCIO – «I miei compagni mi hanno sempre portato rispetto. Ho condiviso la fede con altri giocatori: con Kakà e sua madre, ad esempio, ho trascorso delle bellissime serate nelle quali si cantava e si ascoltava un messaggio biblico. Dio è il primo motivatore e lo penso fin da quando facevo il chierichetto da bambino»

CON CHI USCIVA ALLA JUVE – «Amavo le serate con gli uruguaiani, un po’ del sud come me. Stavo benissimo con Montero, Zalayeta e Olivera: si chiacchierava davanti a una birra per ore».

I REALITY – «Il Grande Fratello, l’Isola dei famosi… Mi hanno proposto di tutto in questi anni, ma non ho mai accettato. Ho rifiutato tanti soldi. Mai dire mai, però adesso sono focalizzato soltanto sul calcio».

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