Calcio e Finanza
·18 agosto 2025
L’eterna lotta del Barcellona con il FPF della Liga: «Non è giusto con noi»

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·18 agosto 2025
Il Barcellona continua a fare i conti con le restrizioni del fair play finanziario della Liga, una normativa che condiziona direttamente la pianificazione sportiva. La società blaugrana non deve soltanto tenere sotto controllo gli stipendi della prima squadra maschile, ma anche la massa salariale complessiva che include il resto delle squadre professionistiche e i settori giovanili, ampliando così il livello di esigenza economica.
Per questo motivo Xavi O’Callaghan, direttore degli sport professionistici del Barcellona, è intervenuto in conferenza stampa insieme ai segretari tecnici della squadra femminile, Marc Vivés, di basket Mario Fernández, di futsal Jordi Torras, di hockey su pista Gaby Cairo, e con il dirigente Miquel Camps, responsabile dell’area delle squadre amatoriali del club.
O’Callaghan ha voluto spiegare come la normativa della Liga influisca su un club polisportivo come il Barça: «Sono le regole del fair play della Liga, ma non sono giuste per società con la singolarità e la vocazione polisportiva del Barça. L’ideale sarebbe che ogni squadra avesse la propria normativa», le sue parole riportate dal Mundo Deportivo. Una riflessione utile anche per chiarire lo scostamento di sette milioni di euro nel bilancio, che ha obbligato recentemente il consiglio direttivo a presentare una garanzia al fine di assicurare l’equilibrio finanziario. Quei sette milioni derivano da ciò che la Liga considera massa salariale “non iscrivibile”.
Secondo la definizione, la massa salariale “non iscrivibile” comprende lo staff della prima squadra (esclusi calciatori e primo e secondo allenatore), oltre alle squadre professionistiche femminile, Barça Atlètic, basket, pallamano, futsal, hockey su pista, settore giovanile e academy.
«Tutto ciò che non riguarda la prima squadra maschile – giocatori e primo o secondo allenatore – ha generato una deviazione di sette milioni di euro, e questo incide sulle iscrizioni. Dentro a quei sette milioni rientrano anche variabili come i premi per i titoli». O’Callaghan ha chiarito che tale scostamento non è stato causato dalle masse salariali di basket e calcio femminile, che «hanno rispettato i budget», ma da altre spese comprese nella voce “non iscrivibile”.
«La prossima stagione dovremo essere rigorosi con la massa salariale di tutte le squadre senza perdere competitività», ha affermato. L’ex stella della sezione di pallamano, oggi dirigente, ha anticipato che per il prossimo esercizio sono stati previsti 95 milioni di euro di massa salariale non iscrivibile: 56 destinati alle sezioni femminile, basket, pallamano, futsal e hockey; 1 milione per le squadre amatoriali; 6,2 milioni per le Barça Academies; e 32 milioni per il settore giovanile.
Bisognerà quindi aggiustare la spesa per garantire l’equilibrio e il rispetto del fair play della Liga. La riduzione più significativa riguarderà la sezione basket, che avrà a disposizione poco più di 28 milioni di euro, contro i 31,5 della passata stagione. Il calcio femminile, invece, vedrà crescere la propria massa salariale di un milione, raggiungendo i 13,75 milioni. «Per mantenere le grandi giocatrici bisogna spendere di più. Per questo è fondamentale puntare sulla Masia e fare scelte accurate nelle nuove incorporazioni», ha spiegato O’Callaghan.
Il dirigente ha poi rivelato che ci sono stati i primi contatti tra Barcelloa e Liga per cercare di escludere dal calcolo del fair play la massa salariale del calcio femminile e del settore giovanile, un aspetto che il presidente Joan Laporta aveva già anticipato.
Nonostante le difficoltà che un club polisportivo come il Barça incontra rispetto alle richieste della Liga, la società ha chiaro l’obiettivo: rispettare il fair play senza compromettere il futuro sportivo. «Ci costa di più mantenere il livello competitivo con le esigenze della Liga», ha ammesso O’Callaghan, «ma potremo competere». Una sfida che influenzerà il mercato e la capacità del club di restare al massimo livello.