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·30 maggio 2025
L’Inter sfida il PSG a centrocampo: equilibrio perfetto verso la finale – CdS

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·30 maggio 2025
Se l’Inter di Simone Inzaghi è riuscita a guadagnarsi un posto nella finale di Champions League 2024/25, gran parte del merito va attribuito al cuore pulsante della squadra: il centrocampo. È lì che prende forma l’identità nerazzurra e proprio da lì cercheranno di fare la differenza i tre titolari più i due esterni. Di seguito le possibili scelte a centrocampo del tecnico italiano in vista della finale secondo il Corriere dello Sport.
TRE TENORI – Nicolò Barella, Hakan Calhanoglu e Henrikh Mkhitaryan rappresentano una delle mediane più complete e versatili d’Europa. Un trio affiatato, complementare, che incarna al meglio lo spirito dell’Inter “inzaghiana” e che quest’anno non sempre hanno avuto la fortuna di giocare spesso insieme: aggressività, intelligenza tattica, qualità tecnica e capacità di adattamento continuo. Tutti e tre sono capaci di dettare i tempi della manovra, inserirsi in area, coprire la difesa e ribaltare l’azione in pochi tocchi. Il loro dinamismo permette scambi di posizione continui, che disorientano gli avversari e mantengono costante la pericolosità della manovra nerazzurra.
EQUILIBRIO – Questo perfetto ingranaggio centrale trova spesso sfogo sulle corsie esterne, dove due interpreti dalle caratteristiche molto diverse ma ugualmente decisivi completano la struttura di gioco: Denzel Dumfries e Federico Dimarco. L’olandese, autentico motorino instancabile, è stato probabilmente il miglior nerazzurro della stagione: incursore devastante, terza bocca da fuoco della squadra, sempre pronto a colpire. Dimarco, invece, è il regista laterale, raffinato nei cross e fondamentale nelle rifiniture. I suoi assist sono ormai una certezza, e anche la conclusione personale resta un’arma in più. Ma contro il PSG, l’equilibrio dovrà essere totale. La squadra francese spinge molto proprio sulle fasce, spesso con sovrapposizioni continue tra esterni offensivi e terzini. Dumfries e Dimarco saranno quindi chiamati a un lavoro doppio: creare e coprire, spingere e ripiegare.
Fonte: Corriere dello Sport – Pietro Guadagno