Lopez: «Dopo il primo anno a Cagliari ho pensato di andare via, poi è diventata la mia casa. Su Ronaldo…» | OneFootball

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·4 dicembre 2025

Lopez: «Dopo il primo anno a Cagliari ho pensato di andare via, poi è diventata la mia casa. Su Ronaldo…»

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Diego Lopez, ex giocatore e allenatore del Cagliari, ha rilasciato delle dichiarazioni sui suoi anni in Sardegna e non solo: le sue parole

Diego Lopez ha concesso una lunga intervista per Il Duo del Calcio, del quale vi riportiamo un estratto. L’ex difensore, capitano e allenatore del Cagliari ha parlato delle stagioni vissute nell’isola, degli ex compagni come Muzzi ed O’Neill e di Ronaldo il fenomeno. Le sue parole:

ARRIVO A CAGLIARI – «Al Racing Santander ho vissuto un buon primo anno, nel secondo però mi son fatto male al ginocchio! Poi arrivò il Cagliari, dove sono rimasto dodici anni, una vita calcistica. Il primo anno fu complicato e pensai di andar via, ma restai ed il secondo anno iniziai a giocare con continuità».


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ROSSOBLU’ – «Cagliari per me è stata casa, i miei figli sono nati qui. Ho vissuto momenti duri e splendidi: la retrocessione, la risalta, l’arrivo di Zola. Ricordo di aver promesso che sarei rimasto finché non avessimo riportato il Cagliari in Serie; e così è stato! Cagliari per me è casa, lì sono cresciuto come uomo e come calciatore, e ho un legame profondo con la sua gente».

EX COMPAGNI, STADI DEL CUORE E RONALDO – «Ricordo con affetto Macellari, Zanoncelli, Muzzi e Fabian O’Neill, che mi aiutò molto all’inizio facendomi da guida e facilitando il mio inserimento. L’avversario più forte che ho affrontato è stato Ronaldo il fenomeno, era imprendibile, potente, tecnico e velocissimo. Tra gli stadi più belli che ho vissuto vi dico l’Olimpico di Roma, Marassi e il San Mamès».

DA GIOCATORE A ALLENATORE (ALLEGRI) – «Da giocatore pensi a te stesso, da allenatore pensi a tutti: il ruolo di capitano mI aveva già insegnato responsabilità e guida, e ho iniziato a studiare a Cagliari e Coverciano. Ho imparato molto da allenatori come Del Neri, Sonetti, Giampaolo e Allegri. Di lui ricordo il forte rapporto umano con la squadra e a la sua mentalità da vincente, nonostante la giovane età».

MOMENTO DURO – «Il momento più difficile è stato la retrocessione con il Cagliari della stagione 1999-2000, ma restai e lo riportammo in Serie A, fu una soddifazione immensa. Se mi richiamassero a Cagliari sarebbe difficile dire di no. E’ casa mia, ma spero che la squadra continui a fare bene».

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